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Gettava il suo tabarro e il cappellaccio a cencio sopra una seggiola dell’anticamera, ed entrava intrepidamente nel salotto coi capelli sulla fronte, l’occhio brillante, il naso violetto, i zigomi accesi, un buon sorriso sulla bocca, il ventre proeminente, e gli stivali sopra i calzoni. Il capitano gli dava la mano, che egli non osava stringere che debolmente, per riguardosa modestia.

Si limitò a dire che avrebbe preferito che sul pallone fosse stato scritto «Louvre» invece di «Bon Marché», che era un negozio così democratico. ... Anne-Marie entrò nel salotto traendosi dietro il pallone. Fräulein, vedendo che vi era una visita, si ritirò in camera sua.

Parve che il conte volesse scagliarsi su di lei, tanto era l'impeto con cui si sollevò dalla poltrona; ma vi ricadde tosto, con un gesto di noncuranza e di disprezzo. Esci, disse indicando freddamente l'uscio. Adriana si ritirò senza rispondere. Il conte ebbe appena il tempo di passarsi una mano sulla fronte per scacciare qualche cruccioso pensiero, che da un altro uscio entrava nel salotto Diego.

Non domandò nemmeno al portiere se Lalla era rientrata; ormai non pensava, non ricordava più che, quando prima l'aveva cercata, sua moglie era fuori. La trovò nel salotto sola, che lavorava coll'uncinetto una piccola cuffia da bambino.

Nancy accese il gas nel salotto, e sedette colle mani in grembo. Era sola, quella sera, come tante altre sere. I bambini colle teste grosse la guardavano. E il morto signor Johnson con gli occhi bianchi la guardava. Sul caminetto la piccola pendola sgangherata pareva chiacchierar piano, e affannarsi a sbattere via il tempo in fretta e furia. Nancy l'ascoltava.

RAIMONDO è un uomo di 45 anni, alto, dalle larghe spalle, dall'aspetto serio, marziale, ma distinto ed elegante, addimostra quel po' d'impaccio che sovente hanno i militari in borghese, e neppure appare il tipo convenzionale del soldato rude, intransigente, inflessibile. PIERO e il PUCCI seguono i due nel salotto. PIERO è sulla quarantina.

La scena mutava d'aspetto. Pompei cedeva il campo al più ferreo dei medî evî risuscitati. Come una di quelle dimore di Fata, che sorgono dal suolo nei sogni che seguono la lettura dei romanzi di Scott o della Radeliffe, così il salotto dove erano entrati gli stranieri parve ad essi la viva e reale imagine d'una stanza di antichissimo castello feudale.

Tutti parlavano una lingua diversa dall'italiano; chiacchieravano, ridevano, il salotto pareva un'uccelliera coi più garruli uccelli, prendevano il col babbo, che parlava quella lingua speditamente, ciò che a Brunello dava idea che anche suo padre fosse uno straniero.

Dopo aver espresso questa idea conforme ai più rigidi precetti della pulizia, il signor Dal Bono prese un'altra pastiglia e uscì dalla stanza, lasciando ordine che non lo si disturbasse per nessuna ragione. Lucilla non tardò a ricomparire nel salotto. Gipsy le era alle calcagna, secondo il solito. Adesso che non c'è' più il babbo, si potr

Dica pure storielle, non me ne offendo rispose il dottor Maggioli. Convengo che possano sembrare tali perchè non sono ordinarie. Ma sappia che ogni volta che io racconto in questo salotto qualcuna di quelle che lei chiama storielle, io racconto fatti da me veduti, dei quali posso affermare, fin con giuramento, la veridicit