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Quindi levati gli occhi al ritratto della madre di Lorenzo, le scoccò un bacio colla punta delle dita, e disparve. Chi è mai quest'importuno? chiese a stesso Lorenzo, imitando senza avvedersene il conte Almaviva nella prima scena del Barbiere di Siviglia. E si mosse, per andare nel salottino. Nel quale si dimostra come da buona pianta abbia a venir sempre buon frutto.

Dopo poco la madre si alzò per andarsene, ma prima che ella richiudesse l'uscio del salottino del principe, si volse al figlio e gli domandò sorridendo: Chi è il tuo grande elettore? Il sor Domenico Stoppani. E il tuo agente? Fabio Rosati.

Il salottino nel quale si trovavano era per tutta la parte superiore immerso nell'oscurit

Quando furono nel salottino, mentre le signore s'erano ritirate un istante per togliersi i mantelli, Filippo disse a Berto Candriani: Mi son giuocato più di due milioni. Berto fece un balzo sulla poltrona, nella quale aveva preso posto. Sei matto! esclamò. Da quando in qua ti sei messo a giuocare? Eh no! disse Filippo ridendo e accendendo una sigaretta.

Si spassavano come scolaretti in vacanza. Poi Lucia venne a un tratto seria. Guardava attorno un po' disillusa. Non trovava nulla di strano, nulla di nuovo. Lui comprese. Ecco un salottino che non ha nulla di particolare. Non ce ne sono più che nei romanzi. Noi diventiamo borghesi. Lei sorrise distrattamente. Ritornò alla commediola.

Ci conto... Mi preme troppo il suo benessere. Caro Emilio!... Sta tranquillo; fra mezz'ora avrò bevuto tutto. Il giovane, accomodato bene le coperte intorno al giacente, e datogli la buona notte, andò a raggiungere Matilde nel salottino. Vuoi tu vegliare ancora un poco? le chiese. No, ella rispose, sono stanca; vado subito a letto. E suonò il campanello.

Come rideva lo speziale; come si mostrava maligno! Però ho poi mangiato quella tal foglia! ma tardi, tardi assai.... Ma vi annoioAccennai di no nel modo meno aperto che io potessi. Ma sentite, ora viene il meglio della storiella. Il signor De Boni.... to' eccolo». L'uscio della farmacia sbattè con rumore. Il sindaco entrò nel salottino e, nel vedermi, non potè dissimulare il suo malcontento.

Mi sembrava quasi impossibile che tutti gli oggetti del suo salottino, della nostra camera fossero rimasti dov'ella li aveva collocati con squisito senso di arte; che niente del mio dolore si rivelasse nelle linee delle loro forme, nello scintillìo dei loro colori.

La pioggia imperversava; i lampi succedevano ai lampi; pareva che la vôlta del cielo stesse per crollare, bombardata da un esercito di diavoli. Frattanto, in un modesto salottino al pian terreno, due preti sonnolenti ruminavano gli ultimi crostini di una cena ritardata.

Uscì dalla cameretta, scese lo scalone e entrò come una folata di vento nel salottino di compagnia. Sedute vicine l'una a l'altra, zia Marta e le sorelle Zolli, nel cantuccio favorito, presso l'uscio a vetri che dava in giardino, chiaccheravano animatamente. Si spaurirono a l'entrata improvvisa della fanciulla e troncarono la conversazione.