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Mi saluta ogni tronco, e sembra fremere d’allegrezza in sua scorza ed in sue rame. Io salgo

Saresti buono a salire in cima a quell'albero? In cima a quell'albero? io? In mezzo minuto ci salgo. E sapresti dirmi quello che vedi di lassù, se c'è soldati austriaci da quella parte, nuvoli di polvere, fucili che luccicano, cavalli? Sicuro che saprei. Che cosa vuoi per farmi questo servizio? Che cosa voglio? disse il ragazzo sorridendo. Niente. Io sono lombardo. Bene. Va su dunque.

Fosse malato don Luigi? Mansueta si affrettò a rassicurarmi. Il dottore è venuto da per affari; da un'ora è chiuso col curato nello studio. Salgo ad aspettare la cena nella mia camera: la finestra verso strada è aperta. Nel villaggio è buio; un filo di luce che esce dal nostro portone taglia a mezzo la piazzetta del sagrato.

Mancavano venti minuti al tocco, ch'era l'ora del desinare. Salgo a cambiarmi, disse Roberto, a cui pareva mill'anni di deporre quei vestiti non suoi e d'immergere la faccia in un catino d'acqua. Perciò egli fu piuttosto sconcertato quando vide che c'era qualcheduno in camera sua.

Che cosa porti appeso al tuo monoplano?... E' un fardello pesante, ma sembra vivo.... Vieni qui.... scendi nel prato.... Lo vuoi?...» Ma io non ti rispondo e salgo nell'effusione dello scetticismo azzurro... D'altronde, nulla potrebbe colmare il mio cuore spalancato sotto la luna!

Povera Fulvia! non giudicarmi troppo severamente. È il mio carattere così; io non so amare che a sbalzi. Era certo studiando me, che la tua anima passionata inventava l'episodio tempestoso. , il mio amore è splendido ed ardente come il lampo, ma rapido com'esso. Salgo troppo alto nella sfera della passione, per rimanervi; bisogna ch'io ridiscenda; ed allora la prosa della realt

I miei sentimenti io li intono solo alla solitudine di Limbiate, alle tristezze della mia malattia, al deserto di questo mio studio, ma come sono stonati col mondo! Ecco il mio spavento! Sciocco! e se tutto fosse un sogno? 11 marzo. Dopo pranzo. È la terza sera che salgo qui nel mio studio e mi trovo solo... Domani andrò a Limbiate. Che ora triste!

Salgo in una carrozza, e mi lascio condurre al Colosseo. Attraverso la stupenda piazza della Colonna Traiana, piena di gente anch'essa e illuminata; passo per parecchie piccole strade; dappertutto lumi. Guardo nei caffè, nelle osterie: dappertutto soldati e popolani insieme, dappertutto grida di viva Roma e viva il nostro esercito, dappertutto canti, amplessi, grida di gioia, bandiere.

Salgo un momento!... disse a un tratto Eleonora rivolta a Pio Calca, a monsignor Meneguzzi, a Gesualdo Arcangeli, al Fontanella, al Palazzoli, a tutta quella folla d'uomini che le si stringeva d'attorno, avida, bramosa, riscaldata dalle sue spalle nude, dalla sua bocca ridente, dalle sue trecce bionde, quasi disfatte pel loro peso e che le ricadevano sulle spalle con una mollezza tentatrice.

Io salgo.