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Da parecchi giorni la maliarda ci aveva delle voglie pazze. Il suo salottino non le andava più a' versi, e bisognava metterlo a nuovo, sacrificando il vecchio velluto rosso ad un fresco ed elegantissimo tessuto verde a cordelloni. Abbiamo dimenticato di dirvi che la Violetta era bionda, epperò il verde le andava a capello.

Questi, naturalmente, tutto sacrificando ai morti illustri, agli opportunisti, o ai gloriosi moribondi, professano un profondo disprezzo per la gioventù, specialmente quando essa esplica la sua attivit

Giuliano diventa, nei discorsi di Gregorio, un tipo infernale intorno a cui si addensano le più oscure e stolte leggende. Una volta, mentre stava sacrificando, le viscere delle vittime gli si disposero in forma di una croce incoronata; gli spettatori ne sentirono terrore, ma l’empio apostata spiegò l’apparizione come un simbolo della sconfitta del Cristianesimo³⁶⁴. Un’altra volta, Giuliano, guidato da un maestro dei sacri misteri, discende in una caverna. Ed ecco egli ode suoni orrendi, ed ecco gli si affacciano fantasmi spaventosi. Atterrito Giuliano, quasi senza pensarci, come difesa contro i demoni malvagi, ricorre all’esorcismo a cui era, da fanciullo, abituato e si fa il segno della croce. E tosto i rumori cessano e i demoni scompaiono. Due volte si ripete lo strano esperimento, due volte constata Giuliano la potenza dell’esorcismo cristiano. Egli è scosso; ma il maestro d’empiet

Ogni madre sarebbe stata lieta ed orgogliosa di concedere in isposa la propria figlia al conte Della Valle... e lei no? Perchè?... perchè essa lo amava? perchè il Della Valle era il suo amore segreto? Ma ciò essa non poteva, non doveva dirlo ad alcuno! E così, colpevole come donna, colpevole come moglie, si sarebbe fatta colpevole anche come madre, sacrificando a quel suo amore, l'avvenire e la felicit

Col medesimo criterio giudicava i suoi doveri verso Cristina. Pure amandola appassionatamente, se ella non fosse stata quella che era una creatura, cioè, tutta devota a lui e purissima egli avrebbe forse troncato il dolce vincolo, sacrificando l'amore al dovere del proprio stato.

Il conte di Cavour, senza contestazione, è il terzo uomo di Stato d'Europa con lord Palmerston e l'Imperator Napoleone. La perdita di questo uomo, nelle circostanze attuali, sarebbe, per l'Italia, una sventura irreparabile. La forza del conte di Cavour non è nei suoi principii; egli non ne ha alcuno d'inesorabilmente determinato. Ma egli ha uno scopo, uno scopo fisso, netto, la di cui grandezza avrebbe data la vertigine a tutt'altro uomo dieci anni fa quello cioè di formare un'Italia una ed indipendente. Gli uomini, i mezzi, le circostanze, gli sono stati, gli sono tuttora indifferenti. Egli cammina diritto, sempre saldo, sovente solo, sacrificando i suoi amici, le sue simpatie, qualche volta il suo cuore, spesso la coscienza. Nulla gli è duro. La pieghevolezza del suo spirito è maravigliosa. Egli indovina tutto, e raramente s'inganna, non gi