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Poi fisamente al sole li occhi porse; fece del destro lato a muover centro, e la sinistra parte di se' torse. <<O dolce lume a cui fidanza i' entro per lo novo cammin, tu ne conduci>>, dicea, <<come condur si vuol quinc'entro. Tu scaldi il mondo, tu sovr'esso luci; s'altra ragione in contrario non ponta, esser dien sempre li tuoi raggi duci>>.

non ti maravigliar; che' cio` procede da perfetto veder, che, come apprende, cosi` nel bene appreso move il piede. Io veggio ben si` come gia` resplende ne l'intelletto tuo l'etterna luce, che, vista, sola e sempre amore accende; e s'altra cosa vostro amor seduce, non e` se non di quella alcun vestigio, mal conosciuto, che quivi traluce.

15 Ma per narrar di me più che d'altrui, e palesar l'error che qui mi trasse, bella, ma altiera più, in vita fui, che non so s'altra mai mi s'aguagliasse: ti saprei ben dir, di questi dui, s'in me l'orgoglio o la belt

E s'anime fide e devote d'un reciproco amor denno aver merto, dico ch'Olimpia è degna che non meno, anzi più che ancor, l'ami Bireno: 3 e che non pur l'abandoni mai per altra donna, se ben fosse quella ch'Europa ed Asia messe in tanti guai, o s'altra ha maggior titolo di bella; ma più tosto che lei, lasci coi rai del sol l'udita e il gusto e la favella e la vita e la fama, e s'altra cosa dire o pensar si può più preciosa.

Or giudicate s'altra pena ria, che causi Amor, può pareggiar la mia. 58 Ritornò il cavallier nel primo duolo, fatta che n'ebbe la cagion palese. Questo era il conte Pinabel, figliuolo d'Anselmo d'Altaripa, maganzese; che tra sua gente scelerata, solo leale esser non volse cortese, ma ne li vizi abominandi e brutti non pur gli altri adeguò, ma passò tutti.

e che ne mostri la` dove si guada e che porti costui in su la groppa, che' non e` spirto che per l'aere vada>>. Chiron si volse in su la destra poppa, e disse a Nesso: <<Torna, e si` li guida, e fa cansar s'altra schiera v'intoppa>>. Or ci movemmo con la scorta fida lungo la proda del bollor vermiglio, dove i bolliti facieno alte strida.

Poi fisamente al sole li occhi porse; fece del destro lato a muover centro, e la sinistra parte di se' torse. <<O dolce lume a cui fidanza i' entro per lo novo cammin, tu ne conduci>>, dicea, <<come condur si vuol quinc'entro. Tu scaldi il mondo, tu sovr'esso luci; s'altra ragione in contrario non ponta, esser dien sempre li tuoi raggi duci>>.

non ti maravigliar; che' cio` procede da perfetto veder, che, come apprende, cosi` nel bene appreso move il piede. Io veggio ben si` come gia` resplende ne l'intelletto tuo l'etterna luce, che, vista, sola e sempre amore accende; e s'altra cosa vostro amor seduce, non e` se non di quella alcun vestigio, mal conosciuto, che quivi traluce.

OTTAV. ... E ognor non rechi in dito un fido anello? eccolo; il voglio... SENECA Ah! lascia... OTTAV. Invano... Io 'l tengo. Io ne so l'uso: ei morte ratta, e dolce rinserra... SENECA Il ciel ne attesto... deh! ten prego,... mel rendi... Or, s'altra via... OTTAV. Altra non resta. Eccolo schiuso... Io tutta giá sorbita ho coll'alito la polve mortifera... SENECA Me misero!...

E io a lui: <<L'angoscia che tu hai forse ti tira fuor de la mia mente, si` che non par ch'i' ti vedessi mai. Ma dimmi chi tu se' che 'n si` dolente loco se' messo e hai si` fatta pena, che, s'altra e` maggio, nulla e` si` spiacente>>. Ed elli a me: <<La tua citta`, ch'e` piena d'invidia si` che gia` trabocca il sacco, seco mi tenne in la vita serena.