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Nei libri seguenti che costituiscono l'ultima parte delle Storie, il disordine della composizione e il cortigiano riserbo in faccia all'opera dei Medici degenerano in menzogna. Dopo aver accennato col solito disprezzo alle due scuole braccesca e sforzesca, che allora dividevano le guerre italiane sotto gli ordini dei due più grandi capitani del secolo, Francesco Sforza e Niccolò Piccinino, ed avere assai malamente raccontate le loro imprese nello Stato della chiesa, viene al ritorno trionfale di Cosimo e vi si imbroglia descrivendone le circostanze. Il suo odio democratico trapela dalla sua prudenza di letterato cortigiano, mentre la passione dell'analisi politica gli viene soffocata dalla paura di uomo povero alla mercede dell'ultimo papa dei Medici. Poi divaga in altre guerre italiane. Valendosi dei Commentari di Neri Capponi, descrive il gran torneo militare fra Niccolò Piccinino al soldo del duca di Milano e Francesco Sforza generale della Lega, e neppure qui l'odio ai capitani di ventura abbandona il romanziere di Castruccio Castracani, che non s'accorge d'avere davanti due soldati, ai quali solo i migliori dell'antichit

La commedia ride delle ferite che prodiga senza accorgersene, e ha ragione; ma ride anche di quelle di cui s'accorge, e ha torto. Nullameno, le sue bassezze sono necessarie all'altezza della tragedia per attirare l'attenzione di coloro, che migrano nella storia e guardano continuamente indietro per rinvigorirsi il coraggio di andare avanti.

Ho anzi sperimentato che il mio scudo e il mio marengo hanno un valore uguale a quello di tanti cavalieri visibili, e che un «pardon» e un «s'il vous plaît» ottengono sempre ogni cosa da questo popolo gentile, anche quando questo popolo s'accorge che siete italiano e ricorda di vedervi volentieri come il fumo negli occhi.

Pe' 'n' ipotise; vede uno che tira Su 'na lampena? Fa mente locale E te dice: sapé', la terra gira. Ce ripensa e te scopre er canocchiale. E quell'antro? Te vede 'na ranocchia Ch'era morta; la tocca co' 'n zeppetto E s'accorge che move le ginocchia. Che fa? Te ce congegna un meccanisimo; A un antro nu' j'avrebbe fatto effetto, L'italiano t'inventa er letricisimo. Cusì Colombo.

Io mi rivolsi dal mio destro lato per vedere in Beatrice il mio dovere, o per parlare o per atto, segnato; e vidi le sue luci tanto mere, tanto gioconde, che la sua sembianza vinceva li altri e l'ultimo solere. E come, per sentir piu` dilettanza bene operando, l'uom di giorno in giorno s'accorge che la sua virtute avanza,

L'attrice resta interdetta. Martino s'accorge della papera, e cerca di correggere. Scusate, dice, non mi sono espresso bene. Vorrei sapere quant'anni avevate, alla nascita di vostra madre. Silvia, più trasognata che mai, balbetta: Eccellenza! ero tanto piccina che non me ne ricordo più. Nello scambio delle parole, poveraccio, era terribile.

Eppure questo positivo, non solo non s'accorge dell'amore che ha ispirato a Dina, fanciulla educata dalla sorella di lui e nipote di una loro vecchia amica; non solo si lascia cogliere da un falso senso di gelosia e quasi ama una bella signora che lo ama veramente; ma, dopo ch'egli ha posposto Dina a donna Clara Aldobrandi, donna di un altro da cui è legalmente divisa, e poi la stessa donna Clara al proprio freddo egoismo, basta un incidente insignificantissimo perchè egli si lasci avvolgere, e per non più staccarsene, dai tentacoli di una piovra volgare che, fattasi sua guarda-malato, riesce a distruggere in lui coscienza, carattere, avvenire.

e fia la tua imagine leggera in giugnere a veder com'io rividi lo sole in pria, che gia` nel corcar era. Si`, pareggiando i miei co' passi fidi del mio maestro, usci' fuor di tal nube ai raggi morti gia` ne' bassi lidi. O imaginativa che ne rube talvolta si` di fuor, ch'om non s'accorge perche' dintorno suonin mille tube, chi move te, se 'l senso non ti porge?

un padre, che porta sulle spalle il cadavere della propria figliuola a seppellire; una fossa scavata; un gemito che manda la terra; un cielo che piove «rossa linfa»; un cadavere smosso dalla sua sepoltura dall'acquazzone e lasciato a fior di terra «involuto di fetente limo»; un giovane soldato che corre, e sbadatamente viene ad urtare in quel cadavere, e s'accorge che preme co' suoi ginocchi il «fral meschino» della sua donna amata, in cui

Mentre, imbaccucata nella mantiglia, la Margherita tornava, vede trar gente; avvicinandosi, s'accorge d'un serra serra intorno al palazzo: Che sar