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Costei, che non doveva essere stata brutta alcuni anni addietro, ma che le consuetudini di una mala vita avevano sciupata anzi tempo, male in arnese, discinta, con le trecce rossigne scompigliate dagli atti maneschi della pubblica benevolenza, era la tavoleggiante del luogo, e veniva a chiedergli, con aria di vecchia conoscenza, se volesse da bere.

Non aveva che un dito di fronte e le livide labbra scoverte di pelo, tutto il di più era irsuto di setolacce rossigne, folte e lunghe, che scomposte gli piovevano sul petto non escluso il naso piccino alzato della punta verso la fronte. La quale fronte, bassa e stretta, circondava a guisa di zona bianca, lenticolata, la testa piatta e schiacciata come quella dei Samoiedi.

Come? perchè v'ingrossate subitamente, a migliaia, pupille iniettate di sangue, di odio e di ombra, pupille stravolte, da ogni parte rivolte, proiettate fuor dallo scafo d'un vascello infernale, siccome troniere minacciose e rossigne ai fuochi riverberati d'un arsenale di demoni?...

Non sono alimentati dalla neve e giacciono entro a depressioni rocciose circondate, quello Salzia da balze dirupate di roccie sconnesse e disgregate, quello Gabiet da una distesa di pascoli interrotta verso ovest dalla parete del Rothhorn, formato da banchi di rupi rossigne, che per l'azione atmosferica si frantumano in scheggie.

Quanto al nostro personaggio, vediamo di abbozzarne in pochi segni l'asciutta figura. Appoggiate le mani scarne ma forti sul pomo della spada; accavalciate le gambe lunghe, che mettevano in mostra due stivaloni di cuoio cordovano e due calze divisate di bianco e d'azzurro; ritto il busto nel suo giubbone attillato di cuoio, donde uscivano le maniche di lana, divisate anch'esse dei due colori di casa Fiesca; ritta la testa che pareva tutta in fiamme pel colore della barba e dei capelli rosseggianti al sole; tirata un po' indietro sul cocuzzolo la berretta, anch'essa di cuoio, con larghe frappe di bianco e d'azzurro, sormontata da una gran penna lionata di pavone, il nostro personaggio aveva una bell'aria di vecchio soldato in licenza, felice d'un po' di riposo, ma pronto a gittar la berretta per calzar la barbuta. Non era bello, no davvero; aveva troppo scarno il viso lungo, e gli occhi grigi, quasi bianchi, sotto le ispide sopracciglia rossigne: il naso, poi, che incominciava colla buona intenzione di parere aquilino, finiva in una pallottola rossa, non conveniente di certo alla severit

La mamma ebbe un sospiro pensando ai propri tempi belli, mentre Tina invece avrebbe voluto domandare il nome del signore, che attendevano; ma non l'osava. La signora Cesarina in quell'ampia veste da camera, color di edera morta e orlata di blonde rossigne, le imponeva un rispetto quasi pauroso: il suo riserbo e la calcolata inutilit