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Nora, mentre aveva sotto gli occhi i ricciolini biondastri del Casalbara attraversati dalla riga larga, rossiccia, che dal mezzo della fronte scendeva giù giù, fino alla nuca lunga, pelata, si sentì urtare da un odore troppo acuto di essenze e di pomate. Ritirò la mano istintivamente.... Ma il servitore? domandò, il servitore che era qui.... adesso? Il Casalbara sorrise, guardandola.

E il mio treno dal corpo disossato con destrezza s'insinua sotto le rosee carezze dei loro grandi sbadigli di fuoco... Ed ecco che una bava rossiccia di lava cola fuor dalle porte, mascelle scoppiate... Vi si rizzano scheletri di vecchie mendicanti dal passo spezzato, che vanno trascinando sulla loro schiena ogivale un gran fascio di fiamme!...

Mi ha scritto, domandando la mano di Eleonora, e giovedì l'avremo qui a pranzo. Il Casalbara? la sposa davvero?... È sicuro?... ed Evelina si rizzò più gobba, fissò lo zio Matteo cogli occhi più loschi, mentre una vampa rossiccia, biliosa, le accendeva la faccia gialla. La ragazza era invidiosa; bisognava calmarla. Povera Nora!... sospirò lo zio Matteo.

I raggi del sole, rivolto al declinare, penetrando obbliquamente per le aperture di quel padiglione, spandevano una luce calda rossiccia che riflettevasi pei vasi, le tazze, il metallo dell'armi e degli addobbamenti, e dava singolare risalto alle forme ed agli abiti di tutti quei personaggi assisi quivi alla mensa. Lumeggiati da tal chiarore apparivano più distinti e caratteristici i volti di que' guerrieri, ne' cui pronunciati lineamenti stava improntata la fiera ed audace vivacit

Nessun cliente ancora stava nella stanza. Turlendana sedette e incominciò a mangiare a grandi bocconi, con la testa su ’l piatto, senza intervalli, come un uomo famelico. Egli era quasi intieramente calvo: una profonda cicatrice rossiccia gli solcava per lungo la fronte e gli scendeva fino a mezzo la guancia; la barba folta e grigia gli saliva fino ai pomelli emergenti; la pelle, bruna, secca, piena di asperit

Carlinetto, invece, detto «'legrìa» con quella sua faccia rossiccia da bambola, con quei suoi occhietti che ballavano dietro gli occhiali, con quel nasino corto e gobbo, col suo argento vivo che gli usciva dalle gambe, co' suoi eh, eh, eh, eh,... che parevan la trombetta dei pompieri, avrebbe fatto ridere i tavolini del Paolo.

L'ombrella era passata sotto l'ascella, le mani strette premevano l'ultimo bottone del panciotto ch'era in cima carezzato dalla barba rossiccia del solitario uditore. A volte, mentre la melodia saliva con più sonoro ritmo, le mani si staccavano dal panciotto, e una, l'indice teso, misurava il tempo.

L’ospite co ’l gesto indicò una casa rossiccia, all’estremit

Compiuta la bisogna, Luca Marino fermò la chiatta. Poi a grandi passi lenti salì la riva, verso l’orto. Era un uomo di quarant’anni circa, alto, magro, con la faccia rossiccia, calvo alle tempie. Aveva baffi di colore incerto e una manata di peli sparsa disugualmente per il mento e per le guance; l’occhio un po’ torbido, senza alcuna vivacit

Nel suo viso si vedevano ogni sorta di rughe; aveva l'occhio senza sguardo, la fronte immota, una rossiccia lanugine sul mento; e perchè all'ironia degli uomini fosse compagna l'ironia della natura, lui, che mangiava così poco, mostrava dalla sua bocca larga dei denti lunghi e bianchi che avrebbero macinato un forno intero.