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La Rosa non aveva un soldo di dote, Menico non aveva neanche la camicia.... Si doveva lasciarli morir di fame?

Il canto di Rosa era dunque una causa di guarigione. E, quando la guarigione fu compiuta, la voce di Rosa ebbe sempre sul beneficato una virtù di fascinazione sensuale. Dopo d’allora, poichè tra le due famiglie la dimestichezza divenne grande, sorse in Emidio uno di quei taciturni e timidi e solitari amori d’adolescenza.

La signora Angelica e la signora Rosa si guardarono mute, mentre scioglievano il tovagliolo, e gli occhi delle due vecchiette si gonfiarono di lacrime, certo le lacrime più dolci della loro vita. Evelina baciò la mano a Don Giuseppe, devotamente, poi sedettero a tavola, e si fecero il segno della croce. Evelina, che stava attenta a tutto, si segnò subito, insieme agli altri.

Invece era sorpresa di sentirsi così indifferente, mentre la grande crisi della sua vita stava per scoppiare. Di' un'Ave Maria con me, le susurrò Rosa. Uscirono: all'aria aperta Bice tornò pensierosa. Il signor tenente Lamberto è gi

Che sapor di rosa il tuo bacio! dissi. Poi mi morsi le labbra, poichè questa era una frase della morta Laura. Ti aspetto in giardino, aggiunsi, uscendo.

Immaginati un paesaggio alpestre: picchi, foreste di larici, casette che sembrano inerpicate, mucche pascenti, gruppi di pecore, cime scoscese, aspre, abbrustolate, eppure sparse di neve, immaginati il Monte Rosa che giganteggia dominatore. E le macchiette?

Una rondin traversa il ciel di rosa, L’umide foglie sembran dïamanti; Brillan gl’insetti nell’erba muscosa, Ringiovanisce il pian; Guarda che luce, che festa, che incanti... Dio non esiste invan!...

Il ballo del ministro aveva avuto luogo il lunedì. Il giovedì, Sergio riceveva questo viglietto: «Sabato, all'una del mattino, al Foyer dell'Opéra, seguite il domino a faveur rosa che vi toccher

Ella mi disse: «Sono pochi i fiori nell’orto!... Ottobre ce li porta via tutti!... V’è qualche rosa tuttavia, ma i crisantemi sono in boccio ancoraNel piccolo orto c’era odor di bosso amaro, odor di pace e di convento. Squillava una campana, alta nel vento, dalla chiesetta candida di Mosso. Singhiozzare volevo: «Io soffro. O buona, aiutatemi voi. Venni per questo.

Il vecchio zio di Nina non aveva voluto assolutamente, come egli diceva, porre i suoi acciacchi in comune per fare una casa sola, e se n'era andato a stare con una sorella la quale viveva in villa. La compagnia dei nostri sogni, dei propositi nostri, bastava a tutto; qualunque altro sarebbe stato un importuno. Le nostre stanze color di rosa erano popolate di care fantasime dello stesso colore.