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¹ Petri de Vineis. Epist. liber 1. «Viv'egli Enrico lo Sciancatogridò Rogiero, che ascoltando attentamente questo racconto non potè reprimere un moto di meraviglia.

Intanto Rogiero, bendati gli occhi, pose il suo braccio sotto quello di Roberto, il quale con amorosa diligenza lo condusse per cammino tortuoso e diverso. Percorsi circa cinquecento passi, fu fatto fermare. La guida dette un segno, battendo le mani; allora fu abbassato un ponte, che, per quant'arte avessero adoperata a nasconderne il rumore, Rogiero intese nondimeno calare.

Così s'incamminarono verso una casetta riposta in luogo assai remoto nella foresta, dove Ghino accolse ospite per la seconda volta Rogiero.

Rogiero non sapendo il perchè, senza alcuna cosa rispondere, obbediva; l'uomo di arme continuava così: «Rogiero, avete voi ripensato a quello, che nel mese scorso vi predisse l'astrologo saracino Ben Hussein?» «Santa Rosalia! Codeste sono vanit

Rogiero, per le cose proferite dall'oste ormai rassegnato di trangugiare un mal pasto, senza più badargli s'indirizzò verso una camera dalla quale usciva rumore confuso di gente, che parli insieme a gola spiegata.

«Voi dunque rammenterete, Rogiero, che numerosi furono un giorno i figli dello imperatore Federigo II, e rammenterete pure suo primogenito essere stato Enrico, eletto Re di Lamagna, vivente il padre, ora volgarmente conosciuto col nome di Enrico lo sciancato, però che la malignit

«Ascoltatemi per amore di Cristo! queste lagrime che vi bagnano la mano sono del vostro figlio Rogiero

Rogiero si mosse per fuggire: Yole si resse ad un tronco. «Fermati, Rogieroparlò Manfredi al fuggitivo «tu fuggi invano; vieni, porgimi la destra, tanto che io possa alzarmi in piediRogiero obbediva. Manfredi continuava: «Tu ami? e ti par gioia? Guarda,» e gli additava la sua reale famiglia prostesa su la terra «coteste sono le gioie dell'amore.» «Oh! se le avessi....» rispondeva Rogiero.

Ciò detto, cadde ai piedi di Rogiero, e sollevando le mani giunte lo scongiurava in bell'atto di amore. I rimanenti Frati seguendo il moto dell'Abbate facevano altrettanto, e concordi ad una voce gridavano: «perdona.... perdona

Rogiero ponendo la sua nella mano di Roberto, per fargli sentire che non tremava, gli ordinò: «DitePosta s'era a seder sopra il suo letto La miserella vinta dal dolore, Ed avea nelle braccia Il figliuol pur mo nato: Questo, disse, è quel latte Che ti può dare il petto Di tua madre infelice, e trapassata Ogni cosa bruttando col suo sangue Finì la vita. CANACE, tragedia antica.