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Tu di', ch'io pianga, e che l'angoscia io versi, Ch'io mi strugga dolente al suo cospetto; Oh non del mio dolor tutto il cospersi? Non mi vide egli a se morir sul petto? Omai preveggo i Rodian perversi De le miserie mie farsi diletto; Certo è così, ma schernirogli almeno O con coltello, o con mortal veneno.

Dunque, dicea, fra' Rodïan fian conte Tante mie colpe? ed avverr

brevemente al Rodïan risponde; Poi rinova, d'amor la fronte adorno, Accoglienze dolcissime, gioconde; Ed indi fanno a la citt

perchè favellasse il piè ritarda, Anzi per entro la Cittate ei monta Fervidamente, e disïoso ei guarda, S'alcun de' Rodïan seco s'affronta. Fernando il vede, e par che d'ira egli arda, E de la gente a guerreggiar più pronta Ordina squadra bene armata e folta; Ed a frenare il Turco ei si rivolta.

Mentre regnò con disarmata mano Il nobil scettro al popol suo fu caro, Ed ora in guerreggiar l'aspro Ottomano Con virtù non minor veste l'acciaro; Conforto dunque non sperando in vano Da l'uomo eccelso i Rodïan, mandaro, Perch'egli a la citt

Per cotal guisa egli bestemmia, e fiero Pasceasi il fier demon ne i guerrier morti, E pure in gran furor volge il pensiero Si come a' Rodïan tormento apporti. D'Anteo Mercurial non poco altiero Fra i cavalier più coraggiosi e forti, Fabbricossi di nembi il bel sembiante Ed al gran Folco appresentossi avante.

Poichè piegar non valse i rei pensieri Troppo ostinati a la crudel partita, Mi scongiurò, che tra' Rodian guerrieri Prendessi a guardia così nobil vita; Io gliene diedi . Duci, nocchieri Godono il vento ch'a partire invita; Giungesi in Rodi, e quì fra tanti ancisi Vivo lo conservai, come promisi.

Con nobil core Pensava al punto de l'orribil sorte La vergine real, s'unqua il valore Del campo Rodïan fosse men forte, Come sottrarsi al barbaro furore Dovesse, o se con fuga, o se con morte, Ferma in non consentir, che mai possente Sia sovra lei l'abbominata gente.

Non mento, Irene, i Rodïan dolori Con altra prova affermeran mio detto; E tu ben lunge da gli umani errori Discerni appien quanto richiudo in petto; dice; e va dove i notturni orrori Suoi Sultana passar sovra aureo letto; Ivi seco disfoga i casi amari Finchè l'ore notturne il sol rischiari.

Enrico sorge, E mal grado del duolo in piè sostiensi; Poi con fiero sembiante ardire ei porge A le sue squadre, ed alza gridi immensi: Estremo risco a guerreggiar ne scorge, A cari figli il Rodïan ripensi, Ripensi il Cavalier su la sua gloria, E ciascun de la serbi memoria.