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Qual se poi lungo vagheggiar l'aspetto De l'aureo sol, de le stellanti sfere, Move aquila superba aspro diletto A sanguinar l'unghie ritorte, altiere, , le nubi nel ciel fende col petto, E 'n un punto qu

E qualche volta, vedi, audacemente Io mi dibatto, maledico, piango; Ma passa il mondo e ride o non mi sente, Ed io, testardo prigionier furente, Contro i ferri l’aperte ali m’infrango, E il mondo non mi sente!... Oh, chi mi spèzza l’ìnvide ritorte. Chi mi dona la luce e l’infinito, Chi mi dischiude le tenaci porte?

Allor temett’ io più che mai la morte, e non v’era mestier più che la dotta, s’io non avessi viste le ritorte. Noi procedemmo più avante allotta, e venimmo ad Anteo, che ben cinque alle, sanza la testa, uscia fuor de la grotta. «O tu che ne la fortunata valle che fece Scipïon di gloria reda, quand’ Anib

Allor temett'io piu` che mai la morte, e non v'era mestier piu` che la dotta, s'io non avessi viste le ritorte. Noi procedemmo piu` avante allotta, e venimmo ad Anteo, che ben cinque alle, sanza la testa, uscia fuor de la grotta. <<O tu che ne la fortunata valle che fece Scipion di gloria reda, quand'Anibal co' suoi diede le spalle,

Allor temett’ io più che mai la morte, e non v’era mestier più che la dotta, s’io non avessi viste le ritorte. Noi procedemmo più avante allotta, e venimmo ad Anteo, che ben cinque alle, sanza la testa, uscia fuor de la grotta. «O tu che ne la fortunata valle che fece Scipïon di gloria reda, quand’ Anib

«Il popolo, questo sventurato fanciullo che uomini e cose congiurano a sperdere ed abbrutire, bamboleggiò sempre sotto il giogo dei forti e degl'immutabili, ed a nulla giovò che di tratto in tratto alcuni robusti infrangessero le ritorte e gli gridassero: Sorgi e cammina. Prigioniero di fede accettata perchè poetica, veneratore d'idoli dorati, seguace di banditori ciechi e servi; egli derise e peggio lapidò i nuovi apostoli, i soldati della nuova civilt

La voce, senza udirsi, in aria sale, in aria che ferìa con maggior botte de' naviganti il grido universale, e 'l fremito de l'onde insieme rotte: e in prora e in poppa e in amendue le bande non si può cosa udir, che si commande. 12 Da la rabbia del vento che si fende ne le ritorte, escono orribil suoni: di spessi lampi l'aria si raccende, risuona 'l ciel di spaventosi tuoni.

Allor temett'io piu` che mai la morte, e non v'era mestier piu` che la dotta, s'io non avessi viste le ritorte. Noi procedemmo piu` avante allotta, e venimmo ad Anteo, che ben cinque alle, sanza la testa, uscia fuor de la grotta. <<O tu che ne la fortunata valle che fece Scipion di gloria reda, quand'Anibal co' suoi diede le spalle,

Molti studiosi che lo condividono, e lo stesso maestro che lo ha formulato, ne hanno cercato e addotto nuove prove; ma le prove, certune almeno, si sono ritorte contro di esso.

In quel momento formidabil voci L'orride squadre d'Acheronte alzaro, E dal soccorso lor fatti feroci I Turchi al fine il Rodian sforzaro; Per l'abbattute picche entrar veloci Lasciando gli archi, ed impugnar l'acciaro Con forte man de le ritorte spade, E piagando correan per varie strade.