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Ripensavo ad una ad una le sue frasi, le sue parole, e per una parte mi confortavo, per l'altra mi pareva che egli mi tenesse a distanza, che diffidasse; d'onde un affannoso desiderio in me di rivelarmi, di fargli sapere quali tesori di ammirazione e di affetto conteneva il mio cuore e come Egli avrebbe potuto disporne per crescere una seguace al suo ideale.

Ci ripensavo tristamente giorni fa, leggendo un recente romanzo italiano che avrebbe potuto essere un bel libro se non fosse stato, fra le altre cose, troppo prolisso. E durante la lettura, ricordando certe violente tirate di uno scrittore francese contro la letteratura odierna gi

E ripensavo alle amare parole di Giuliana: "Ho la vita tenace". Non la tenacit

Questa imaginazione, in fatti, non aveva contro di nessuna delle apparenze; le quali a punto davano a supporre che qualunque legame tra Giuliana e colui fosse stato troncato da gran tempo decisamente. "Nella mia casa stessa!" io ripensavo, intanto. E nella casa muta come un sepolcro, nelle stanze deserte e piene d'afa, ero perseguitato dall'imagine inevitabile. Che fare?

Un giorno, proseguì come ho loro accennato, ripensavo tra me e me alla scena dell'androne... Mi venne un'idea, che non riuscii a scacciare... Secondo quell'idea la scena dell'androne doveva essere in qualche relazione col delitto del Vicolo della Luna... Avevo un bel dirmi che non poteva esservi relazione, poichè il Ghetto all'ora in cui il delitto era stato commesso doveva esser chiuso... Però quell'idea mi tornava sempre alla mente....

Davanti a quel mare di folla cristiana così farneticante nel delirio del miracolo, io, chiudendo gli occhi, ripensavo alle bianche albe del lontano fiume Urumea, quando voi eravate ancora una donna bella come il tormento, e la notte io v’attendevo, nella stanza piena di stelle, sommerso nel vento che scendeva da Monte Igueldo pieno di rosai...

E ripensavo al mugnaio che, gettandomi in faccia i suoi quattro sacchi di farina, mi faceva vedere più chiaramente la mia posizione!... Io era un uomo assurdo!... un uomo che nell'amore non vedeva che la donna, senza guardarsi in saccoccia!... un uomo che si permetteva un affetto... senza farina!... con una donna milionaria!... un cieco che aspirava alla luce... senza chiederne il prezzo alla direzione del gas!... Un aspirante a diventar milionario, senza saperlo... che adora un angelo, e si trova davanti una barricata di milioni!... Miserabile!.. la societ

Mi fermai a dire due sciocchezze con la tabaccaia; la Luisa mi rimproverò perché io era uscito, io le accennai che ritornavo in casa; ci si bisticciò, si fece la pace, si rise eppoi andai in camera a scaldarmi. Non sentendo più dentro me alcun'indizio di malattia, la sera me ne andai al solito Restaurant; vi entrai tristo: ripensavo che l'ultima volta ci ero entrato insieme con Rossi!

Però, tutte le sere, ringraziando il Signore della giornata trascorsa felicemente, io ripensavo alle cose accadute, a ciò che avevo fatto, che avevo detto, che avevo pensato; quanto a scrivere, non sapevo da che parte rifarmi, perchè tutti i giorni erano gli stessi; allora aspettai d'essere a casa: e così ho cominciato. Ora me ne pento perchè non so confidarmene al babbo.

«Codesto pensavo, poi ripensavo il suo bacio, poi guardavo la mia mano per vedere se fosse realmente la bella mano candida, o se gli preparasse una delusione. Dove poi? Quando? Io non ne sapevo nulla. Ma chi può dire da quanto tempo ha cominciato ad abbozzarsi nel nostro pensiero un errore prima che una circostanza futile, o una catastrofe, uno zeffiro o una bufera, lo spingano nella realt