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Subito Oronte in sul destrier si scaglia, In foco d'ira fiammeggiando, e crudo Avventa di due punte una zagaglia Inverso il sen, che 'l vincitore ha nudo; Non l'offende però l'aspra battaglia, Ch'ei si rinchiuse ne l'immenso scudo, Tempra del ciel: ben su per l'aria andaro Scossi i rimbombi del superno acciaro.

Varca Cocito ed Acheronte immondo, Varca di Stige i gorghi atri e bollenti, E s'innabissa al Tartaro profondo Tra fier rimbombi de le fiamme ardenti: D'Erebo quivi è tenebroso il fondo; Stanza eterna di pianti e di tormenti; Quivi al fin scorge de' tartarei chiostri L'aspro rettor tra formidabil mostri.

Questa scena alpestre, questa pace tutta montana, questa quiete riposata e tranquilla, venivano però spezzate e rotte da alte grida che partivano da Acquaviva e dalle alture vicine. Erano voci di guerra, erano urla di vittoria e rabbia, spari, rimbombi, suono d'armi percosse, lunghi sospiri soffocati, brevi bestemmie. Due schiere italiane, l

Non basterá il cielo a scamparlo dalle mie mani, ancor che fiammeggi di lampi, ancor che rimbombi de tuoni. Non so se fra tanto potrò sospender lo sdegno. TRINCA. Sará forse vostro amico? TRASIMACO. Non lo conosco. Passate innanzi. TRINCA. Non vorrei che v'adiraste meco. TRASIMACO. Dio te ne guardi, ché caderesti morto. TRINCA. Ve l'ho dimandato, perché m'avete cera di capitano.

Passin gli spirti de le rocce, i canti De la luce, i letarghi de le nevi, I rimbombi de l’alte acque e de’ grevi Massi frananti: Assorba, assorba il tuo vigor d’Iddio, E in raggio lo trasmuti, in tronco e in fiore Questa che t’arse d’indomato amore Terra d’oblìo.

Succederan de le rie trombe ai crudi Rimbombi suoni a belle danze eletti, E de gli usberghi in su le dure incudi Faransi aratri, e dei dorati elmetti; Allor le muse, e fioriran gli studi D'ogni bell'arte nei terribil petti, E sbandito il furor, porransi in sede A ben regnar vera Pietate, e Fede.

Ma bisogna vederlo in una oscura notte di tempesta, illuminato dal lampo, scosso dalla folgore e pieno di cupi e strani rimbombi. Tale era la notte dell'8 febbraio, quando i congiurati ad uno ad uno per diverse vie si avvicinavano all'anfiteatro dei gladiatori e delle fiere, avvolti in ampi mantelli che nella luce incerta parevano toghe.

Epperò, se Dio lo permette, inchiniamoci e preghiamo per loro. Pregarono esse come solevano, insieme al buon padre, senza comprenderlo mai interamente Però verso sera, essendo cessati i rimbombi, M