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Non e` nuova a li orecchi miei tal arra: pero` giri Fortuna la sua rota come le piace, e 'l villan la sua marra>>. Lo mio maestro allora in su la gota destra si volse in dietro, e riguardommi; poi disse: <<Bene ascolta chi la nota>>. Ne' per tanto di men parlando vommi con ser Brunetto, e dimando chi sono li suoi compagni piu` noti e piu` sommi.

Volser Virgilio a me queste parole con viso che, tacendo, disse 'Taci'; ma non puo` tutto la virtu` che vuole; che' riso e pianto son tanto seguaci a la passion di che ciascun si spicca, che men seguon voler ne' piu` veraci. Io pur sorrisi come l'uom ch'ammicca; per che l'ombra si tacque, e riguardommi ne li occhi ove 'l sembiante piu` si ficca;

La tua magnificenza in me custodi, si` che l'anima mia, che fatt'hai sana, piacente a te dal corpo si disnodi>>. Cosi` orai; e quella, si` lontana come parea, sorrise e riguardommi; poi si torno` a l'etterna fontana. E 'l santo sene: <<Accio` che tu assommi perfettamente>>, disse, <<il tuo cammino, a che priego e amor santo mandommi,

Io pur sorrisi come l’uom ch’ammicca; per che l’ombra si tacque, e riguardommi ne li occhi ove ’l sembiante più si ficca; e «Se tanto labore in bene assommi», disse, «perché la tua faccia testeso un lampeggiar di riso dimostrommi?». Or son io d’una parte e d’altra preso: l’una mi fa tacer, l’altra scongiura ch’io dica; ond’ io sospiro, e sono inteso

Volser Virgilio a me queste parole con viso che, tacendo, disse 'Taci'; ma non puo` tutto la virtu` che vuole; che' riso e pianto son tanto seguaci a la passion di che ciascun si spicca, che men seguon voler ne' piu` veraci. Io pur sorrisi come l'uom ch'ammicca; per che l'ombra si tacque, e riguardommi ne li occhi ove 'l sembiante piu` si ficca;

Io pur sorrisi come l’uom ch’ammicca; per che l’ombra si tacque, e riguardommi ne li occhi ove ’l sembiante più si ficca; e «Se tanto labore in bene assommi», disse, «perché la tua faccia testeso un lampeggiar di riso dimostrommi?». Or son io d’una parte e d’altra preso: l’una mi fa tacer, l’altra scongiura ch’io dica; ond’ io sospiro, e sono inteso

Tu m’hai di servo tratto a libertate per tutte quelle vie, per tutt’ i modi che di ciò fare avei la potestate. La tua magnificenza in me custodi, che l’anima mia, che fatt’ hai sana, piacente a te dal corpo si disnodi». Così orai; e quella, lontana come parea, sorrise e riguardommi; poi si tornò a l’etterna fontana.

Lo mio maestro allora in su la gota destra si volse in dietro e riguardommi; poi disse: «Bene ascolta chi la nota». per tanto di men parlando vommi con ser Brunetto, e dimando chi sono li suoi compagni più noti e più sommi. Ed elli a me: «Saper d’alcuno è buono; de li altri fia laudabile tacerci, ché ’l tempo saria corto a tanto suono.

La tua magnificenza in me custodi, si` che l'anima mia, che fatt'hai sana, piacente a te dal corpo si disnodi>>. Cosi` orai; e quella, si` lontana come parea, sorrise e riguardommi; poi si torno` a l'etterna fontana. E 'l santo sene: <<Accio` che tu assommi perfettamente>>, disse, <<il tuo cammino, a che priego e amor santo mandommi,

Tu m’hai di servo tratto a libertate per tutte quelle vie, per tutt’ i modi che di ciò fare avei la potestate. La tua magnificenza in me custodi, che l’anima mia, che fatt’ hai sana, piacente a te dal corpo si disnodi». Così orai; e quella, lontana come parea, sorrise e riguardommi; poi si tornò a l’etterna fontana.