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La sera di quel giorno, verso le undici, stavo seduto a tavolino; non leggevo scrivevo. Fumando, con la testa tra le mani, riflettevo che il giocco, da parte mia, si era fatto serio, molto serio. Da semplice curioso, mi riconoscevo gi

«Credevo di aver fatto un brutto sogno. Ritrovandola al mio fianco, in casa mia, come ai giorni lontani, mi sentivo tornare da morte a vita. Ero stato pazzo di lasciarla libera di abbandonarmi! Riconoscevo la mia parte di colpa. Ella aveva avuto ragione accusandomi di non esser geloso; la gelosia è una prova d'amore.

Una donna d'ingegno od anche solo esperta della vita e del cuore umano avrebbe saputo trovare la parola efficace nel momento opportuno per finire una situazione equivoca e penosa. Io no. Riconoscevo la mia pochezza, la mia assoluta inettitudine. Amare e soffrire; non potevo far altro. Era forse per questo che Egli mi disprezzava? Non sapeva dunque che cosa vuol dire amare?

Mi parlava con una voce affiochita ancora dal pianto, interrotta ancora da qualche singulto; mi guardava con una espressione che io riconoscevo, con una espressione ch'ella aveva avuta gi

Ella fece il gesto, e l'amante l'attirò a , stringendola al petto. Sono arrivata fino a minacciarla, ella rispose, fra le braccia di lui. È stata una cosa orribile, ti dico. Ha mutato espressione, ha mutato voce; non la riconoscevo più.... E tossiva, tossiva, senz'arrestare la veemenza delle parole.... Un istante, l'ho creduta pazza....

Cosicchè la sua freddezza complessa mi respingeva, e pur amando le sultane in genere, ero disposto a dei sacrifici per le sultane sole che avessero muscoli e nervi, sorrisi e parole.... Non riconoscevo in Lidia alcun diritto all'idolatria senza condizioni....

Non so che cosa significhi la vostra distinzione; rispose Gisella. Sareste incredulo voi, ora? Il mio sogno è stato bello, se mai. Figuratevi che mi son ritrovata in un paese nuovo, un paese orientale, che riconoscevo benissimo, senza averlo veduto mai. Ero uscita dalla citt

In quel momento il vecchio prete hegeliano mi era parso un lurido scimmione. Si esprimeva a modo suo, come sempre; ma oggi riconoscevo che diceva la verit

Aloise si curvò sopra di lui, e lo chiamò soavemente per nome. Ah, siete dunque voi, Aloise? disse l'infermo. Tornato?... , da otto giorni, e rimarrò con voi fino a tanto non uscirete a respirare all'aperto. Siete mutato, Aloise; non vi riconoscevo più....

Eppure mi pareva che avrei potuto dire le stesse cose che il Lenzi e il Bissi dicevano. Provavo la strana sensazione che essi parlassero pure per conto mio e che quelle idee me le cavassero di mente per mezzo di qualche operazione magica a me ignota; tanto le riconoscevo conformi al mio modo di sentire e di pensare.