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La villa di Quinto era un luogo incantato, una dimora di Alcina, con questo di meglio che la fata regina si chiamava Ginevra, e le grazie della sua persona non erano effimere come quelle della vecchia strega immaginata dal divino Ariosto. Col

Andò al suo paese, precipitò sui falsari come una iena e andò a Roma a lavorare fino a quando venne denunciato da un compaesano che lo riconobbe. Lo rividi a Finalborgo invecchiato, con una sentenza a vita. Era stato nei bagni di Civitavecchia e di Orbetello ed aveva lavorato, come compositore di carattere, nella prigione di Regina C

Si vide rugata, allaidita dal delitto... e rugghiò di dolore e terrore. Regina giunse a casa sotto l'impressione di questo incubo.

Il duca d’Aubignè definisce questo squadrone volante una specie di rete che la regina tendeva sul mare della politica. La licenza del linguaggio alla corte era il riflesso dei suoi costumi depravati. Il proverbio creato in quell’epoca: Puttana come una principessa è la migliore conferma di quanto abbiamo esposto.

Dicono che Francesco Drake lo portasse in Inghilterra ai tempi del Cromwello; ma si trova eziandio, che il famoso cavaliere sir Riccardo Raleigh fumasse tabacco fino dal regno della Regina Elisabetta; e si aggiunge la storia del servo, il quale temendo prendesse fuoco il padrone mentre gittava fumo dalla bocca, andò cheto cheto per un bugliolo di acqua, e glielo rovesciò sul capo.

Ma di tutto questo noi non udimmo nulla. Eravamo affascinati. Quel Sultano, che l'immaginazione ci aveva rappresentato sotto l'aspetto d'un despota selvaggio e crudele, era il più bello e più simpatico giovane che possa brillare alla fantasia d'un'odalisca. È alto di statura e snello, ha gli occhi grandi e soavi, un bel naso aquilino, il viso bruno d'un ovale perfetto, contornato d'una corta barba nera; una fisonomia nobilissima e piena di dolce mestizia. Una cappa bianca come la neve gli scendeva dalla testa ai piedi; il turbante era coperto da un alto cappuccio; i piedi nudi e infilati in due babbucce gialle; il cavallo grande e bianchissimo, colla bardatura verde e le staffe d'oro. Tutta quella bianchezza e quell'ampia e lunga cappa gli davano un aspetto sacerdotale, una grazia di regina, una maest

Mio Dio! esclama la regina, abbandonandosi ad uno scoppio di infrenabile ilarit

vola con li occhi per questo giardino; che' veder lui t'acconcera` lo sguardo piu` al montar per lo raggio divino. E la regina del cielo, ond'io ardo tutto d'amor, ne fara` ogne grazia, pero` ch'i' sono il suo fedel Bernardo>>. Qual e` colui che forse di Croazia viene a veder la Veronica nostra, che per l'antica fame non sen sazia,

In una parola, non voleva vedere in Ispagna la casa di Savoia; ma se qualche cosa poteva piegarlo un po' in di lei favore, era il greco della Regina. Che galante repubblicano!

Grandi festeggiamenti furono dati in gloria dell’armata liberatrice e banchetti in cui quei truci corsali mangiarono sotto rami di mirto e di lauro, bevvero in crateri coronati di rose, si asciugarono le mani in chiome di schiave asiatiche, si distesero su tappeti magnifici a piè di fontane che li deliziarono di una pioggia d’acque miste d’aromi. La regina, presa d’amore, allettò L