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Ed anche quei del Reggiano, messi a parte del disegno, incalzavano con le loro preghiere. Quella del matrimonio di Ruggero, infine, era una buonissima occasione per raccogliere insieme i due rami dei Guerri. Buonissima, in verit

Estratta dalle «Considerazioni» sul medesimo libro di BERNARDINO PRATISUOLI REGGIANO

Ma finitela con queste chiacchiere; gridò la contessa, spazientita. Come si chiama questa signorina? Per cui tanto reo tempo si volse! soggiunse, come se volesse compier la frase, l'impenitente marchese Emilio. Una Guerri; disse il Lesarini. Sapete, e se non lo sapete ve lo dico io, che la Campolonghi sposa un Guerri, del Reggiano. Gente ricca, questi Guerri, ma vivono quasi sempre in montagna.

Chi sa? disse un giorno fra il signor Francesco Guerri, dopo qualche mese di quella vita monotona, mentre la sua bella figliuola, seduta al pianoforte, passava da un preludio delicato di Bach ad un'aria allegra di Mozart. Chi sa? Potrebbe fare un miracolo, il tempo! Appunto in quei giorni capitò alle Vaie una lettera dei cugini Guerri, che vivevano sul Reggiano.

Ruggero Guerri! Altro personaggio ariostesco. E accanto a Fiordispina, poi! Si doveva vederci l'effetto del caso, una di quelle lontane preparazioni del destino che vengono poi improvvise e noiose, come un colpo tra capo e collo? Altro che felicissimo! Il conte Gino Malatesti fu seccatissimo della comparsa di quel cugino, che era così giovane, così biondo, e si chiamava anche Ruggero. Che cosa era venuto a fare, dai monti del Reggiano a quelli del Modenese? Che cosa voleva, quell'arcangiolo in cacciatora, e che cosa avrebbe ottenuto alle Vaie? Immaginate. lettori, che il conte Gino cominciò subito ad aprir gli occhi ben bene, e che quel giorno, e i giorni seguenti, osservò attentamente ogni cosa. Ma il cugino Ruggero non diede argomento a giudizi, come aveva dato argomento a sospetti. Stava molto con gli uomini, e passava lunghe ore alle serre, col signor Francesco e col signor Orlando; alle donne parlava poco, senza mettersi in pretesa, con vera semplicit

I Guerri stabiliti sul Reggiano non sono così ricchi come questi del Modenese, ma Ruggero ci ha il vantaggio, economicamente parlando, di esser figlio unico. Ecco dunque una buona occasione; riprese Gino, con un altro sforzo, non meno doloroso del primo.

Di quali armi favellate voi uomini piemontesi? Quando tra noi fioriva la onorata milizia, di voi non ci giunse novella; nella scuola dei Bracci, e dei Piccinini, tra gli Sforza da Cutignola, gli Alviano, i Colleoni, e tanti altri famosi si ricorda unico il Carmagnola; più tardi tra i Colonna, i Pescara, Giovannino dei Medici, gli Strozzi, il Ferruccio, i Doria, i Sanseverino, gli Orsini, i Farnese, gli Spinola unico Emanuele Filiberto; di cui gloria immortale la battaglia di San Quintino, la quale non egli vinse, bensì il conte di Aiamonte, il principe di Brunswick, e i conti di Hornes, e di Mansfeldt; Emanuele Filiberto arriva tardo sul campo di battaglia, e quando i francesi rotti fuggivano inseguiti dai raitri; solo con le artiglierie egli disperse l'ultimo corpo di fanti guasconi, che combattevano, disperati della vittoria, per proteggere la ritirata; seppe usare poi della vittoria, chè proseguendo il corso prospero avrebbe preso a mano salva tutti i francesi senza eccettuarne pure uno; e questo chiariremo con prove espresse se a Dio piacendo mi condurrò a dettare la vita di cotesto duca di Savoia. Certo con gloria maggiore o minore trattarono le armi i principi di Savoia; con grande Tommaso, con massima Eugenio; ma se togli l'ultimo gli altri ebbero emuli pari se non superiori a loro; questi poi veruno. Nel periodo lungo delle guerre napoleoniche i più famosi capitani come Bertoletti, Pino, Teuliè, e Vacani uscirono di Milano, i tre Lechi o Mazzucchelli da Brescia, Lahoz e Peyri furono mantovani, Bianchini, l'eroe di Tarragona, bolognese, il maresciallo Bianchi da Corno, Viani veronese, Zucchi reggiano, Severoli faentino, Palombini di Roma, Fontanelli da Modena, Colletta di Napoli; solo due noti nelle storie dava tutto il Piemonte, più illustre il primo, che fu Rusca, meno il secondo nominato Serras; nella guerra del 1848 venne fuori il Bava capitano di abilit

Uomo saggio, il signor Guerri del Reggiano, e che non amava andar per le lunghe; viva l'anima sua! È così piacevole aver da trattare con persone di questa fatta! , , no, no; e avanti, senza perdersi in chiacchiere.