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Il sole, straricco antiquario, vuole prima di coricarsi rivalutare col suo sguardo minuzioso e penetrante di conoscitore tutti i frammenti d'un impero che la Morte gli regala e che ricatalogher

Il contadino si crede nel diritto di bastonare la propria moglie e i propri figli; e lo stesso diritto crede di avere il picconiere verso il caruso. Non sono rari i casi, poi, in cui il primo mostra una eccezionale dolcezza verso il secondo; e lo liscia, lo carezza, gli regala qualche sigaro e lo porta a bere un bicchiere di vino nei giorni festivi e di domenica. E ciò fa più per convenienza, che per bont

Ah! le duecento lire che mi regala dovrebbero secondo i suoi desideri cadere nelle mani della Rigotti che ha necessit

Chi mi regala un sigaro? Tutti ad un fiato: Io. Avuto il sigaro, fu acceso uno zolfanello, e a quella fiamma brillò la camicia rossa. Ah! esclamarono esultando, garibaldini! Quando sbarcaste? quanti siete? c'è Garibaldi? Nella tempesta dei quesiti mi diedero baci e strette di mano e di braccia e di collo.

Ecco la vera innocenza: non ricordarsi nemmeno del peccato. Ma voi, Madlen, voi, suppongo, ve ne ricordate. Voi, Madlen, non siete una stordita fanciulla di vent’anni, che si abbandona o si regala, senza nemmeno comprendere il piacere che d

L'Harmoniflûtista è tenero, linfatico, ha gli occhi azzurri, non mangia che carni bianche o farinacei. Si chiama Oscarre se è uomo, ed Adelaide se appartiene all'altro sesso. In casa, al Dessert, va in cerca del suo istrumento, e quando gli stomachi sono pieni, cioè quando gli spiriti sono disposti all'allegria, egli vi regala: «Fra poco a me ricovero» oppure il Miserere del Trovatore.

Egli è che il giorno in cui quel fido compagno della contadina viene ammazzato, nella sua casa c'è gran festa: se ne mangia la testa, se ne mangia il fegato, se ne mangiano i piedi bolliti e il sangue coagulato e se ne regala anche ai vicini; e ciò non capita che una volta all'anno.

O se ne va. Qualche volta. Ma noi paghiamo. Ciò allecca il mio amico agente di cambio. Io piagnucolo presso il duca, a proposito della perdita che ò subita. Egli s'intenerisce, mi regala del triplo imbecille, e si lascia sfuggire un motto che sembra senza conseguenza. Io l'acciuffo a volo. Giuoco questa volta cento mila franchi, voi trenta mila. La messa è finita. Viva il duca!

Tutta la strada è continuamente ingombra dal seguito di ras Alula, del quale verso l'una raggiungiamo il campo, che occupa uno spazio estesissimo, al centro del quale, su un'altura, sorgono le tonde del capo. Ci riceve assai cordialmente, ci fa piantare una tenda e subito ci regala di una vacca, pane, tecc, birra.

Sono poco meno che nudi e i pochi panni che li coprono sucidi e cenciosi da far ribrezzo, nerissimi, perchè provenienti dai paesi gallas, e forse fatti schiavi da questi all'interno, e generalmente scarni e avviliti. In Abissinia non è permessa la schiavitù, ma sono tollerati gli schiavi; questi, ad esempio, sono regalati dai vassalli dello Scioa e del Goggiam; il re li tiene come servi che attendono ai più bassi mestieri e non sono ammessi in sua presenza. Questa lunga fila di miserabili che con passo grave entrano portando ognuno sulla testa il proprio fardello coperto da panno rosso, lo depongono al suolo, e, mentre il loro capo fa la consegna, stanno avidi aspettando il pane che ad ognuno di loro si regala, formano uno di quei quadri, imponenti quando riprodotti sulle scene di certi teatri, e che qui ha la grandezza e la vita della realt