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Quando il cavalier Breda lo chiamò e lo presentò al Re dall'occhio fulmineo, dicendo a Sua Maest

Piperio III, re dei Panami, era un principe saggio e di indole assai mite. I suoi sudditi lo adoravano. Assunto al trono in et

Se la giovinetta consentiva a sposarlo, voleva significare che fra lei e il Re non correva alcuna relazione, se non amichevole. S'ella si opponeva alla domanda, ella, che un tempo amava il Venosa, potea tenerla per sua rivale, per sua nemica; e pensare a sbarazzarsene come avea fatto di altri suoi nemici.

Li figliuoli di esso re Tamasp in tutti sono undici maschi e tre femmine, generati con diverse donne. Il primo si addimanda Codabend Mirza, di anni quarantatrè, buono, di natura quieta, si cura molto delle cose del mondo, contentandosi di un piccolo stato datogli dal re nel regno di Corassan; ed ha tre figli, il maggior dei quali è di et

Don Domenico era l'amico ed il confidente di due potenze: il ministro degli affari ecclesiastici, il confessore del Re. Egli provvedeva di vescovi il ministro che s'intendeva col confessore, e costui li faceva approvare da S. M., nel cui nome erano proposti alla Santa Sede. Ciò spiega l'importanza di Don Domenico e la sorgente della sua fortuna.

Giuseppe crede che fosse Artaserse Longimano, altri, e sono i più, credono riscontrare molte somiglianze fra il carattere di Assuero e quello di Xerse celebre per l’infelice esito della sua spedizione nella Grecia, altri ritengono che fosse un re dei Medii, ed altri ancora, fra cui il celebre I. S. Reggio, ritengono che fosse Dario Istaspe.

E' fuori dubbio che un tale partito fosse preso in esame, ma a qual punto giungessero i rapporti di Napoleone cogli agenti dell'Unione italica, che avevano il loro centro a Torino, è difficile poter precisare, nonostante tutto quello che è stato scoperto. Quel progetto di un impero costituzionale a Roma, a capo del quale si sarebbe dovuto eleggere Napoleone, non suona più fantastico oggi, che nel 1814. Napoleone doveva essere imperatore romano, i Re di Sardegna e di Napoli sarebbero stati indennizzati con delle somme, le citt

Pio IX vietava ai Romani passassero il Po. Il Cardinal Soglia corrispondeva in cifra con Innspruck. Corboli-Bussi si recava al campo del re esortatore di defezione e cospiratore. I fati d'Italia erano segnati.

E deliberava nella successiva tornata delli 11 gennaio che si mandassero al re di Persia sei bombarde grosse, dieci di mezza grandezza e trentasei minori. Erano le bombarde una specie di mortaio in forma di tromba, nella cui bocca poneasi in luogo di palla una gran pietra.

Nel discorso che tenne il medesimo re di Persia con l'arcivescovo di Naschirvan prima della loro partenza, fu sopra ogni altro principe della cristianit