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De la profonda condizion divina ch'io tocco mo, la mente mi sigilla piu` volte l'evangelica dottrina. Quest'e` 'l principio, quest'e` la favilla che si dilata in fiamma poi vivace, e come stella in cielo in me scintilla>>. Come 'l segnor ch'ascolta quel che i piace, da indi abbraccia il servo, gratulando per la novella, tosto ch'el si tace;

«Nel XV Amedeo perseguitando i Turchi che s'imbarcavano, è per annegarsi in mare; Santo Maurizio il libera dal pericoloQuest'è l'argomento postovi dall'Autore. Nella st. 15 l'ediz. prima legge: Tu se riponi entro Cilici il piede; Ma l'ediz. 2.ª ci da una miglior lezione, o almeno più chiara: Tu, se riponi entro i Cilici il piede. Vuol dire nella Cilicia.

Secondo che ci affiggono i disiri e li altri affetti, l'ombra si figura; e quest'e` la cagion di che tu miri>>. E gia` venuto a l'ultima tortura s'era per noi, e volto a la man destra, ed eravamo attenti ad altra cura. Quivi la ripa fiamma in fuor balestra, e la cornice spira fiato in suso che la reflette e via da lei sequestra;

Apollo il vide, e 'l vider seco insieme tutte le nove Muse, ed egli, ed elle, fede ne fanno a chi con lor ragiona. Movete, o sante Dive, a i vostri onori, cinte le tempie d'odorati allori. E quest'è 'l fonte in cui, cui 'l ciel non nega di poter pur bagnar le somme labbra, cantar si sente al par de i bianchi cigni.

Il primo verso, brevissimo di solito, contiene il nome di un fiore; gli altri due, endecasillabi, esprimono il pensiero, in modo che l'ultimo verso rimi col nome del fiore, e quello di mezzo finisca di solito, con un'assonanza: Io benedico della rosa il fiore; Quest'è la sorte delle cose care; S'acquista in pianto e si lascia 'n dolore.

Ho imparato la prima edizione, io. Ed io la seconda. Ah, quest'è curiosa! È magnifica! È stupenda, è sbalorditoia: non ho mai sentito nulla di simile in vita mia! urlò Aristide. Insomma soggiunse Marchetti da due mesi e mezzo sto studiando quella donna per farle un ritratto....

Tutti quanti credono male, quest'è la verit

Tanto meglio dunque l'averle scritte: quando si scrive con vero e vivo convincimento, non si suole scriver ciò di che tutti sien giá persuasi; si scrive appunto per far passare le proprie opinioni dalla minoritá alla pluralitá. E quest'è che sovente piú calore agli scritti della minoritá: la brama di diventar pluralitá colle ragioni.

Le sue permutazion non hanno triegue; necessita` la fa esser veloce; si` spesso vien chi vicenda consegue. Quest'e` colei ch'e` tanto posta in croce pur da color che le dovrien dar lode, dandole biasmo a torto e mala voce; ma ella s'e` beata e cio` non ode: con l'altre prime creature lieta volve sua spera e beata si gode.

cio` ch'io dico di me, di se' intende; sorella fu, e cosi` le fu tolta di capo l'ombra de le sacre bende. Ma poi che pur al mondo fu rivolta contra suo grado e contra buona usanza, non fu dal vel del cor gia` mai disciolta. Quest'e` la luce de la gran Costanza che del secondo vento di Soave genero` 'l terzo e l'ultima possanza>>.