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A lor non basta... di restar sole! Rassicuratevi, fanciulle mie. Altro che storie e fantasie!.... Se l’impazienza frenate un po’ dandomi udienza, vi spiegherò. Di queste immagini ogni fanciulla può far degli «uomini» o... non far nulla. Sono ritratti d’uomini veri, un poco matti , ma sinceri. Sposano ed amano sinceramente, ognun dicendovi quello che sente.

ERASTO. Come non ricordarmi di quello che mi sta sempre fisso nella mente? CINTIA. Cor mio, che fate? voi mi togliete in braccio. ERASTO. Perdonatemi, padrona, se contro il voler vostro vi porto a casa mia: da che voi mi sète moglie, non vo' piú vivere senza voi.

Si può figurarsi con che furia i ragazzi si precipitarono in cucina intorno alla Rosa che finiva di mangiare, per farle dire di quello zio e di quel cugino.

Il suo lusso, che ecclissa quello della sovrana, non è in relazione con la sua fortuna. Le sue prodigalit

Guido, va a scuola. Guido, scappa i pericoli....» Guido! Guido! Guido! uff! , . Mah! O Guido o niente! Guido, scappa i pericoli! Sicuro: e il maggiore.... quello di prender moglie!

Io non dico nulla, rispose il Ferpierre stringendosi nelle spalle e abbassando lo sguardo alle carte che stavano sulla tavola. È il vostro stesso amante quello che confessa d'esser egli l'assassino!

Ma comunque la cosa sia di me, fra tutti i miei peccati non vi è quello di burlare un padre santo di Montenero.

Si fermò un momento dietro alla macchia delle serenelle, guardando come trasognato la doppia scalinata che sale sulla facciata della villa e fa capo alla terrazzina del primo piano. Sapeva esser quello l'appartamento destinato agli sposi. La brezza notturna si mette improvvisamente in moto.

Buono per Alice che la virtù dell'ampolla magica era giunta al suo apice, e perciò non crebbe di più: ciò non di meno si sentiva molto male in quello stato, e come che non c'era verso d'uscire da quella gabbia, se ne attristò di molto.

Mi avvicinai alla ringhiera, guardai il gallo vinto e torsi il viso con raccapriccio. Non aveva più pelle, non aveva più occhi, il suo collo non era più che un osso sanguinoso, il capo era un teschio, le ali, ridotte a tre o quattro penne, strascicavano come due cenci; pareva impossibile che così disfatto potesse vivere e camminare; non aveva più forma. Eppure quel resto, quel mostro, quello scheletro stillante di sangue, si difendeva ancora, si dibatteva nelle tenebre, scotendo le ali dimezzate come due moncherini, allungando il collo scarnificato, agitando il teschio a caso, qua e l