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Tutti eguali, tutti fratelli!... Ma tratteneva il respiro, attraversando quelle sale grandi, silenziose, cupe.... Era intimidito dal rumore delle sue scarpe grosse sui parquets. Quando si trovò dinanzi alla duchessa, s'inchinò profondamente, senza parlare, e quando essa gli offrì la mano, il signor Ambrogio, con un tremito stese la sua diritta, come se sfiorasse la piletta dell'acqua santa.

E qui cominciò a non ricordarsi più dello Sforza, dei Francesi, della battaglia. Altro non vedeva innanzi a che quelle due care donne.

Strada facendo, Bianca osservava in silenzio quelle solitudini, sentiva il lene stormir degli abeti, ed a misura che il sole scendeva all'occaso, sentivasi colta da insolita malinconia. Domandò al padre, quanto fosse ancor distante l'osteria, e se la strada era sicura di notte.

Presi una di quelle mani (mia madre era gi

Si muore così bene a trent'anni. 25 febbraio. Ho lavorato tutto il giorno, come un somaro, come uno scolaretto. A chi dedico ora i miei pensieri? 26 febbraio. Ho sentito le campane solenni di San Carlo suonare come in quelle sere in cui dopo la mia malattia nel 74 io passeggiavo solo nei giardini pubblici... O Lidia, come Ti amo ancora! Oh suicidio! È sera: è buio. Dispero.

Potevi essere contessa! Contessa, dico, e di quelle che hanno un titolo serio, non contessa per ridere! E mi scegli l'uomo del sapone!

Claudio ebbe troppe mogli legittime per aver molte concubine e quelle che si pagò, più per capriccio che per amore, non furono troppo note perchè ne restasse traccia nella storia.

Oh, fin ch’io soffra in questa esil parvenza ove s’infiamma la mia pura essenza, sempre, nel ritmo de la vita oscuro, dovunque, nel presente e nel futuro, udrò quel lagno senza fine e quelle vane preghiere d’anime sorelle: sempre nel cuore avrò, come un rimorso, quel torvo e disperato urlo: Soccorso!...

Poeta fu, nel più profondo dell'anima. Di poeta ebbe per usar le parole d'un suo illustre avversario il soffio, l'essenza alata, l'anima lirica. Non cercò nuove forme: fece sue quelle della poesia patriottica che palpitava in tutti i cuori quand'egli s'affacciò alia vita, le forme del Rossetti, del Berchet, del Manzoni. Dice egli stesso all'autore della «battaglia di Maclodio»: «quest'umile cetra apprese le forme da te, e il mio canto modula alla tua scuola gli accenti d'una speranza che non è più la tua». L'impeto della passione soverchiante non gli poteva consentire le sottili e pazienti industrie di stile e d'armonia, che più tardi vennero in onore. La sua poesia fu propriamente un canto sgorgante dall'anima, poesia di battaglia, piena strepito d'armi, di schianti di fulmine, di fremiti di popolo, di grida d'ira e di dolore. La successione delle sue strofe di decasillabi somiglia all'incalzarsi di manipoli di combattenti che corrono all'assalto; nelle quali le rime sono punte di spada e i tronchi finali urr

Una di quelle signore al braccio di un vecchio alto, dai favoriti bianchi, era di un biondo lucente anche nella notte, ma invece di un mantello indossava una giacca chiara, sotto la quale si sentiva tutta la molle eleganza della sua figura slanciata e sottile.