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Le due ricchissime parenti della defunta marchesa non si mostravan disposte a morire: passavano al marchese cospicui assegni, in riguardo della figliuola: assegni, che non erano sufficienti a quell'uomo vizioso: e che avea gi

Ricordo che, un giorno, quando più avevo visto il mio amante innamorato, , ma quasi insorto contro le imprescindibili obbligazioni della passione, quando più avevo inteso che Giustino Morelli era infelicissimo, perchè era diventato il mio amante, quando più avevo compreso che l'anima bella e pura e salda di quell'uomo si sentiva deturpata nel suo sogno, allora ricordo di essermi sentita perduta, perduta.

Tutta la vita di quell'uomo era negli occhi, aridi, ardenti, spalancati sulle voragini. La barra a dritta!... A dritta!... Tutta a dritta!... La «Siracusa» girò una volta, due volte, tre volte intorno al punto dove si era arrestata. Poi nessuno contò più i giri.

Lasciatemi, siete voi che l'avete voluto. Di chi parli? Di quell'uomo; mai più, mai più! Vi ha forse trattato male? chiese con accento di viva curiosit

Fra i sette bozzetti dell'Eterno Inganno, il primo: Un uomo d'ordine, è il più drammatico nella sua stranezza. Quell'uomo il quale, per un concetto sbagliato della vita, un concetto ascetico alla Tolstoï, distrugge la propria felicit

Non pensava ella che quell'uomo aveva mentito o che si era vantato d'una forza della quale mancava? Se turbatrici seduzioni eransi esercitate anche su lei e se ella aveva saputo domarle e disperderle, ella che a giudizio del mondo sarebbe stata più scusabile d'accoglierle, non doveva considerare severamente la debolezza di quell'uomo?

No, vorrei che tu sapessi farne a meno ora per non doverlo un giorno rinnegare. Ora non so farne a meno: in questo momento nelle mani sue sta la mia elezione e io penso all'oggi, soprattutto all'oggi, perchè voglio essere deputato. Ma tu sarai eletto non per conto di quell'uomo, ma per opera mia; e non te l'ho forse promesso? Perchè manchi di fiducia in me?

E ancora sento e vedo lo stupore e il silenzio dei miei compagni. Ma che misfatto mai avevo commesso? Quale malefizio avevo mai perpetrato contro quell'uomo? Quale lebbra era apparsa in me, giovinetto, per essere espulso a quel modo?

Lo guardava di sotto in su, con occhiate lunghe, parlandogli a bassa voce, affascinandolo: vi era nel suo lieve sorriso, nell'atto della testolina cadente, nello strascico lunghissimo di raso bianco un'aria di conquista: essa si portava via quell'uomo come un bottino.

Il buon umore di quell'uomo era la pace sua, per allora, era la certezza di veder sempre Gisella. Andava sempre e veniva, la bellissima creatura; pensava a tutto, lei, prevedeva tutto, faceva tutto, e covava il suo malato con gli occhi, come una madre il suo bambino. Mai convalescente fu tenuto nella bambagia più e meglio del signor di Vaussana.