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Come distinta da minori e maggi lumi biancheggia tra poli del mondo Galassia si`, che fa dubbiar ben saggi; si` costellati facean nel profondo Marte quei raggi il venerabil segno che fan giunture di quadranti in tondo. Qui vince la memoria mia lo 'ngegno; che' quella croce lampeggiava Cristo, si` ch'io non so trovare essempro degno;

Questo nome di «lira» non è che un'ombra o immagine restata dall'antica libra o asse romano, che da Servio Tullo fu battuta a principio di rame, di peso di una libbra, che, sebbene poscia era subdivisa in monete minori, detti «simbelli», «trienti», «quadranti», «sestanti», «once», «sestoli», ecc., conforme la qualitá del loro peso, ve n'erano però anco delle maggiori, che pesavano due libbre l'una, dette «dupondi», ecc.

Come distinta da minori e maggi lumi biancheggia tra poli del mondo Galassia si`, che fa dubbiar ben saggi; si` costellati facean nel profondo Marte quei raggi il venerabil segno che fan giunture di quadranti in tondo. Qui vince la memoria mia lo 'ngegno; che' quella croce lampeggiava Cristo, si` ch'io non so trovare essempro degno;

Come distinta da minori e maggi lumi biancheggia trapoli del mondo Galassia , che fa dubbiar ben saggi; costellati facean nel profondo Marte quei raggi il venerabil segno che fan giunture di quadranti in tondo. Qui vince la memoria mia lo ’ngegno; ché quella croce lampeggiava Cristo, ch’io non so trovare essempro degno;

Vederai ch'io farò che, quando tu verrai meco, non te parterai dal latere nostro. Dimmi un po': chi te ha dato quelli quadranti? MALFATTO. Che quadranti? PRUDENZIO. Questi; questi nummi. MALFATTO. Son quatrini, son quatrini. Voi non ci vedete lume. Che me lli ha dati esso quello. PRUDENZIO. Quale? MALFATTO. Quello che dice che voi site un poltrone. PRUDENZIO. E cognoscelo tu?

Dai taschini, anzi dalle grandi tasche del panciotto pendevano, percotendo a destra ed a sinistra del ventre, due meravigliose catene⁴⁵¹ con ciondoli preziosi e con orologi. L’uso nobiliare chiamava mostra (franc. montre) l’orologio: e di orologi si faceva sfoggio singolare. Basta leggere il seguente avviso pubblicato nell’unico giornale palermitano del 1794 per averne un’idea: «S’è perduta una mostra d’oro montata alla francese, a quattro quadranti, dei quali quello che denota li giorni del mese, ha li numeri scritti in oro sopra striscia blò, come lo sono quelli dell’altro quadrante, che mostra le ore ed i minuti, e che ha tutti li numeri in cifre. Tiene annessa una catena d’oro di Napoli, nel di cui centro è dipinto un bastimento in ovale che comparisce da ambedue le parti sotto cristallo, e vi è appesa pure la chiave d’oro». E dopo questa descrizione necessaria a riconoscimento, pel ricupero si avverte: «A chi la porter

Come distinta da minori e maggi lumi biancheggia trapoli del mondo Galassia , che fa dubbiar ben saggi; costellati facean nel profondo Marte quei raggi il venerabil segno che fan giunture di quadranti in tondo. Qui vince la memoria mia lo ’ngegno; ché quella croce lampeggiava Cristo, ch’io non so trovare essempro degno;

Pur temo che quello insolente non l'abbia condutto in qualche cauponaria e che non emino per i quadranti qualche vasculo de mulso, per il che se ebriaranno. Ed è un peccato, ché quel Luzio è di bona indole e di capacissimo ingenio; ma quel furcifer è bene uno inepto ai litterali costumi e facilmente potrá conducerlo a qualche precipizio.

Un giorno se ne smarrisce una di sommo valore e per ricuperarla vien fuori il seguente avviso: «S’è perduta una mostra d’oro montata alla francese, a quattro quadranti; dei quali quello che denota li giorni del mese, ha li numeri scritti in oro sopra una striscia blò: come lo sono quelli dell’altro quadrante che mostra le ore ed i minuti, e che ha tutti li numeri in cifre. Tiene annessa una catena d’oro di Napoli, nel di cui centro è dipinto un bastimento in un ovale che comparisce da ambedue le parti sotto cristallo, e vi è pure appesa la chiave d’oro. A chi la porter