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Alto fato di Dio sarebbe rotto, se Lete' si passasse e tal vivanda fosse gustata sanza alcuno scotto di pentimento che lagrime spanda>>. Purgatorio: Canto XXXI <<O tu che se' di la` dal fiume sacro>>, volgendo suo parlare a me per punta, che pur per taglio m'era paruto acro, ricomincio`, seguendo sanza cunta, <<di`, di` se questo e` vero: a tanta accusa tua confession conviene esser congiunta>>.

non rugghio` si` ne' si mostro` si` acra Tarpea, come tolto le fu il buono Metello, per che poi rimase macra. Io mi rivolsi attento al primo tuono, e 'Te Deum laudamus' mi parea udire in voce mista al dolce suono. Tale imagine a punto mi rendea cio` ch'io udiva, qual prender si suole quando a cantar con organi si stea; ch'or si` or no s'intendon le parole. Purgatorio: Canto X

E borbottava fra i denti: Anime sante del Purgatorio! Che cosa mi tocca!

Vero è che più e meno eran contratti secondo ch’avien più e meno a dosso; e qual più pazïenza avea ne li atti, piangendo parea dicer: ‘Più non posso’. Purgatorio · Canto XI «O Padre nostro, che ne’ cieli stai, non circunscritto, ma per più amore ch’ai primi effetti di l

La lira genovese ne valeva allora più di tre delle nostre; sicchè, fate il conto, e troverete che il ducato largo ne valeva più di dodici delle odierne italiane. Moltiplicate per seimila, e vedrete che bel guadagno avesse fatto messer Bartolomeo delle Indie col suo Paradiso. Ancora qualche annetto di fortuna, e c'era da farsi foderar d'oro una bella nicchia in purgatorio.

Ma se tu sai e puoi, alcuno indizio da` noi per che venir possiam piu` tosto la` dove purgatorio ha dritto inizio>>. Rispuose: <<Loco certo non c'e` posto; licito m'e` andar suso e intorno; per quanto ir posso, a guida mi t'accosto. Ma vedi gia` come dichina il giorno, e andar su` di notte non si puote; pero` e` buon pensar di bel soggiorno.

Neppur addomandarla al Signore avrei osato. Il Signore dunque si ricorda di me, e mi manda un angelo fra questo purgatorio! Iddio, figliuola, non si dimentica di nessuno, neppure del vermicciuolo che calpestiamo passando. Tanto meno poi delle creature che più a lui somigliano».

Una volta il moribondo, dibattendosi nelle estreme convulsioni, precipitò giù dal letto con orribile fracasso; al rumore del tracollo si svegliò la guardia che dormiva, e andò per dargli aiuto ... ma il meschino di aiuto non aveva più bisogno: egli era spirato! DANTE, Purgatorio, Canto XII. SENOFONTE. Repubblica di Sparta, cap. SAMUELE II. Cap. XII, n. 23.

Poi si fe' promettere ch'io sarei venuto spesso a trovarlo e che in ogni mio bisogno avrei ricorso a lui. E diffatti tutte le volte che ha potuto in qualche modo aiutarmi egli l'ha fatto ed io gli devo tutte le poche gioie che m'ebbi in questi otto anni di purgatorio. Ma colui l

Il colloquio dei due marinai genovesi fu interrotto dal suono della campana, che dal castello di poppa chiamava l’equipaggio alla preghiera serale. Era quell’ora che il nostro maggior poeta ha cantata con versi tanto soavemente malinconici nelle celebri terzine del Purgatorio: Era gi