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Era pugnando il fier Baglione intanto Fra i turchi acciar di sua salute incerto, Il cimier scosso, traforato il manto E l'ampio scudo in cento lochi aperto; Ma barbaro guerrier non ebbe vanto Che 'l nobil volto di pallor coperto Men minacciasse col terribil guardo, O fosse il brando ad impiagar più tardo.

Ma è dolor che non cede e non s’inclina, È il dolor che pugnando a Dio s’innalza; È la virtù divina Che Promèteo sostenne incatenato Su la selvaggia balza. E tetro vola il canto mio sonante Sopra l’intenta folla impallidita, Come cala gigante Su la ghiacciaia ove s’indura il gelo Un’aquila feritaPassan, compatti, tragici, severi, Colla testa scoperta.

Quel , che scatenate Dal cenno di costui che il ciel promette, Per le vie di Perugia insanguinate Correan le sue vendette. Cinti di ferro, e d'oro e sangue ingordi Rupper ne le mie case in un momento Gli sgherri di costui feroci e sordi Come tigri in armento. E i miei due figli, i miei leoni intanto Non erano con noi! Pugnando a l'ombra del vessillo santo, Caduti eran da eroi!

Egli apparteneva alla schiera de' prodi che traditi da uno spergiuro emigrarono nella Spagna con Pacchiarotti nel 1821, e che vi fecero bello il nome Italiano, pugnando per gli stessi diritti che avean loro fruttato l'esilio. L'invasione francese nella Penisola Iberica, cacciava Avezzana in America, ove tanto si distinse nelle guerre Messicane con isplendide vittorie e colla fondazione di Tampico, oggi secondo porto marittimo di quella repubblica. Per la Legione Italiana l'avvenimento d'Avezzana al ministero della guerra in Roma fu una vera fortuna. Il corpo dei Volontari, pel quale nutriva avversione e diffidenza il governo che precedette la Repubblica, era mantenuto lontano da Roma, e con molta difficolt

Ma a me importava vincere il signor R... in un altro campo. Dopo una discussione animata in cui la Norina pugnando al mio fianco rivolse contro il nonno l'ingenuit

La destra porge caramente, e poi L'inchina: e dice il Rodïano appresso: Inclito sangue de' più forti eroi, Per nostro scampo a noi dal Ciel concesso, Se, pugnando Ottoman, da' furor suoi Doveva in guerra rimanermi oppresso, Io per far scherno a la miseria rea Qual miglior destra unqua invocar potea?

Vince intanto il nemico; e l'armi e l'arte Usa egualmente, e desta ire e litigi; Fra' trïonfi procede, e d'ogni parte Versasi, e irrompe a circondar Parigi. Pugnano ancor, benchè deluse e sparte, Le franche genti, e son tanti i prodigi, Che dir non puoi, se sia de' due maggiore, Chi pugna e vince, o chi pugnando muore.

Fendi l'aria, dic'Ei, vola repente In sul Filermo, ove AMEDEO soggiorna: Armi gli reca; e la fida alma ardente A l'armi infiamma; indi qua ritorna. Perch'a l'orgoglio de l'iniqua gente, Ei pugnando la giù, fiacchi le corna, Seco gli Angioli fian, cui data è cura E di Lui stesso e de le rodie mura.

Quella di fare di Roma, dell'Italia un paese vile, basso, senza ideali, senza fede nei beni morali; un paese che non ha forza di tollerare i rovesci, che si sgomenta della sventura; un paese che trema all'annunzio del colera, che non ha lagrime bastanti per piangere un soldato morto pugnando; un paese dove l'opera è nulla, dove la ricompensa è tutto; un paese dove l'onore, il dovere, il sacrifizio sono lettera morta, un paese che meriterebbe di esser coperto dal diluvio!

Quando il gran Scipio dalla ingrata terra, Che gli fu Patria, e il cener suo non ebbe, Esule illustre si partia, qual debbe Uom, che maschia virtude in rinserra; Quei, che seco pugnando andar sotterra Ombre di eroi onde la Italia crebbe, Arser di sdegno, e il duro esempio increbbe Ai geni della pace, e della guerra. E comecchè così scrivesse l'abate Frugoni, viva Dio! è potente scrittura.