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Ma in quella mia nel carcere Brama de' sacri ostelli, Söavi sensi teneri Pur si mescean novelli. Rendeva al Cielo io grazie Che i genitori amati Piangere almen potessero Anzi all'altar prostrati. Anzi all'altar che ai miseri Sol può istillar virtute, Che rïalzar può l'anime Da angoscia più abbattute! Un giorno alfine, oh fortunato giorno!

Quando Anna tornò la prima volta nella chiesa, dopo la guarigione, era la Pasqua delle rose. Ella, nell’entrare, aspirò il profumò dell’incenso cupidamente. Camminò piano lungo la navata per ritrovare il posto dove soleva prima inginocchiarsi; e si sentì prendere da una súbita gioia, quando scorse finalmente tra le lapidi mortuarie quella che portava nel mezzo un bassorilievo tutto consunto. Vi piegò i ginocchi sopra, e si mise a pregare. La gente aumentava. A un certo punto della cerimonia due accoliti scesero dal coro con due bacini d’argento colmi di rose, e cominciarono a spargere i fiori su le teste dei prostrati, mentre l’organo sonava un inno giocondo. Anna era rimasta china, in una specie di estasi che la beatitudine del misterio celebrato e il senso vagamente voluttuoso della guarigione le davano. Come alcune rose vennero a caderle su la persona, ella n’ebbe un fremito. E la povera donna nulla aveva provato nella sua vita di più dolce che quel fremito di sensualit

Questa idea d'iniziativa italiana possibile, affacciata a ogni tanto da me agli uomini dell'interno, non era e neppur dopo i mutamenti francesi respinta teoricamente se non da pochi. Gli animi non s'erano affatto prostrati: parevano anzi, al cader della Francia, essersi ritemprati d'orgoglio italiano e di fede.

Lo sapete voi? Voi lo sapete, ; ma tremate di pensarne perfino il nome dentro il vostro cervello. Quello, che non ardite pensare nel vostro segreto voi, io lo rivelerò a voce alta: lo ha ucciso suo padre... il padre nostro... Francesco Cènci. I prostrati non si mossero, ma raddoppiarono i singhiozzi. Levatevi su, vi comando; qui ci vuole altro, che pianto!

I vecchi patriotti rimasero prostrati, scoraggiati di tentare nuove imprese; i giovani si gettarono negli stravizi, nella vita molle effeminata, che il governo straniero incoraggiava in molte maniere per facilitarsi il dominio d’uomini fiacchi e di anime corrotte.

Noi eravamo prostrati... Andammo alla pompa che è a pochi passi per rinfrescare la macchina: uno si mise a tirare come un facchino e gli altri bevettero, bevettero con rabbia, quasi per protestare che, se la fortuna ci era avara di vino e di liquori, essi se la ridevano di lei e gliela facevano in barba.

Ecco Calidora che appena mi guardò una volta, che non sostenne il folgore del lampeggiante mio viso; onde ne restò sconquassata per sempre. Ma io con un generoso ardire non men uso misericordia a quei che prostrati in terra mi chiedeno la vita in dono, che a quelle meschinelle e povere donne che si muoiono per amor mio.

A quegli uomini, prostrati dalla fame e dalle fatiche, egli mandava mantelli per ripararsi dal gelo notturno. Li visitò anche un giorno egli stesso, e disse loro: «Eccomi: io son colui che ritenete vostro nemico e di cui avete giurato la morte.

Mare dai flutti prostrati, che strisciano, sgomenti, all'infinito, immensa strada selciata di schiavi! .... e il tuo corpo adorato che portiamo con noi!... Oh! nulla arrester

Oh, lo conosco, il vostro cuore! un limone strizzato! gridò la diva, ridendo liberamente, in quella che la sua mano si accostava alla maniglia del saliscendi, per aprire il santuario. Prostrati, Marcello! Ecco la leggiadra Violetta che appare, «misteriosa, altera, croce e delizia al cor».