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Il segreto amministrava queste gabelle, ed era in Sicilia un solo, se non che talvolta più persone prendeano in fitto questo uficio, come il mostra un diploma del 29 ottobre ottava Ind. per alcune decime e prestazioni alla chiesa di Messina, nel cui margine leggesi Alaymo de Lentini et sociis secretis Sicilie, r. archivio di Napoli, reg. segnato 1270, B, fog. 9; e un altro diploma del 23 settembre dello stesso anno, ibid., fog. 8, per la elezione d'Arrigo de Riso e Arrigo Rosso da Messina a segreti di Calabria.

«Da un passo di Cicerone il quale dice nelle Verrine: Omnis ager siculus decumanus est! Perchè adunque per l'addietro queste terre pagavano le decime a Roma, i canonici si credono eredi dei Cesari e si costituiscono proprietari di quelle prestazioniOr bene chi lo crederebbe?

Mio zio rimase sbalordito, la Rosa accorse al rumore, io abbassai il capo confuso e pentito della mia escandescenza. Cercai ogni argomento possibile per giustificare tale esaltazione, ma era troppo tardi. Mio zio aveva aperto gli occhi, e mi leggeva nel cuore; io non dovevo più sperare sulle sue prestazioni per farmi ritornare a Milano.

In un altro diploma del r. archivio di Napoli, reg. segnato 1270, B, fog. 9, a t. in data del 29 ottobre 1279, per alcune prestazioni alla chiesa di Messina, si legge al margine: Alaymo de Lentini et sociis secretis Sicilie. Donde si conferma che Alaimo era nobile uomo, adoperato ne' maggiori ufici dello stato, e ricco da prender in affitto quel della Segrezia.

Allora credette opportuno di farmi conoscere il sistema scolastico e le sue abitudini domestiche. Pel vitto s'era accomodato colla vicina famiglia dell'organista, uomo gioviale ed onesto. Forse l'organista avrebbe accondisceso a continuare le sue prestazioni, qualora ci fossimo intesi sulla relativa contribuzione.

Giuliano, appena insediato imperatore, mise, con mano fermissima, un freno agii abusi, e regolò con legge le prestazioni dei servizi gratuiti, le evectiones. Solo i governatori delle Provincie potevano accordarle. I magistrati inferiori ne avevano un numero limitato, e dovevano aver ricevuto, caso per caso, l’autorizzazione dell’imperatore. Gli effetti di questa riforma pare siano stati salutari e rapidissimi. Libanio, dopo averci fatta quella singolare descrizione e detto che i consigli municipali, che dovevano provvedere alle spese, erano del tutto rovinati, così continua: «Giuliano fermò tale abuso, proibendo i viaggi non strettamente necessari ed affermando essere egualmente pericoloso tanto il concedere come il ricevere questi servizi gratuiti. E si vide

Silvio e Maria, figli di due fratelli indivisi, erano gli eredi legittimi di tutta la sostanza, che verrebbe divisa fra loro in due parti eguali, prelevate alcune spese, e qualche piccolo legato di amicizia e beneficenza, fra i quali era ricordato il maestro Zecchini, come l’amico più antico e più devoto alla famiglia, e Andrea Pigna: e seguivano le clausole seguenti: «Considerando che l’unico mio figlio Silvio, dedicato all’avvocatura non potrebbe dimorare alla villa: «Considerando che mia nipote Maria ha quasi sempre vissuto nella casa paterna (meno i pochi mesi dopo il suo matrimonio) rendendosi benemerita della famiglia per tutte le sue prestazioni: «Desiderando che la nostra dimora continui ad essere abitata dalla famiglia, e dai discendenti, e conservata, per quanto sar