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E siccome alcuni, come inorriditi, si nascondevano la faccia, il Conte colla stessa orribile ironia riprese: Capisco... anche tacendo vi fate intendere. A voi la morte non basta... volete godere il frutto del vostro delitto. Sta bene, e a me pure importa l'onore della famiglia; per cosa al mondo sosterrei, che la mia stirpe rimanesse infamata con la pena... il delitto è nulla. Uditemi dunque... noi siamo fra parenti... non vedo alcuno, che ci possa tradire: porgetemi una bevanda medicata... che faccia dormire... il regno della natura va copioso di piante che hanno siffatta virtù! O natura, alma parens, tu fino dai primi giorni della creazione producendo tante erbe venefiche presentisti i bisogni futuri, e i desiderii dei figli... come questi, che uscirono dal mio fianco amorosi, e dabbene... Provvidissima madre! Vedete... precipitarmi giù dai balconi, a meno che non fossero altissimi, io non vi consiglierei; avvegnadio il caduto di rado rimanga morto sul colpo, e la forza del dolore potrebbe allora strapparmi dalla bocca un segreto, che il cuore invano si affaticherebbe a nascondere. Potreste ancora... , per san Felice patrono della nostra famiglia... questo parmi un partito veramente imperiale e reale; potreste imitare il re Manfredi, il quale se non può celebrarsi affatto come un santo, nemmeno si può dire demonio, poichè Dante lo pone nel Purgatorio; e il fatto seguente ve lo chiarir

Povera Maria! sola avevi un cespo di viole! Ed io non conoscevo la tua fossa scavata da meno di un anno! Tu avesti la coltre, la corona, la croce, l'ultime memorie sulla terra, tutte bianche, com'io potevo averle! Povera morta! natura, tristissima inventrice di martiri, t'aveva solo concesso l'amore della tua mamma, e tu, pallida, vedesti svanire ad una ad una le frementi illusioni della giovinezza, e tu, pallidissima, stringendoti al seggiolone della mamma, ti sentisti più vecchia di lei.... Ohimè! spezzato lo specchio, sciupati i fiori sul davanzale della finestra, dispettosamente sturbati i nidi delle rondini, letta e riletta la Filotea, tu aspettavi.... i capegli grigi! Il dolore potè più che la religione, sterilissima d'affetti nell'anima inaridita: e vennero i in cui ancora ti specchiasti, in cui volesti i fiori e le rondini, in cui leggesti l'amore nel gran libro del cielo: ohimè! era l'illusione del passato illuso, non le speranze dell'avvenire! E da quei la passeggiata dai colli la riducesti al solo giardino, poi al solo corritoio, poi alla sola stanza della mamma! E quando la testa si chinò sotto al peso dei capegli, trovasti il raggio di sole venirti solo a visitare sul letto: forse, vedendo la luna strisciare sulle coltri colle meste luci della notte, ti presentisti gi