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Fulvia si fece anche più mesta di prima; e prendendomi la mano in atto riconoscente mi disse: Sarebbe impossibile, Max. Ve l'ho detto, sono promessa ad un altro. Questa risposta, anzichè addolorarmi, mi colmò di gioia. Ella non aveva mentito. Era sempre quella donna nobile e leale, incapace di finzione e di calcolo. Ancora una volta mi pentii di averla calunniata nel mio pensiero.

E prendendomi per mano, continuava il Venosa, il mio vecchio padre mi affermò ch'egli avea lavorato molto, pensato molto, dacchè il giovane era in prigione, allo scopo di porne in luce l'innocenza.... Che era gi

M'avvolse la Notte nella sua ombra, come nelle pieghe di un ampio mantello, prendendomi le mani fra le sue molli dita di pasta. A passi lenti io seguivo la Notte, vecchia mezzana, verso i sinistri bassifondi dell'anima mia, via pei vicoli postribolari delle mie vene, in fondo alla mia carne, citt

Laura riceveva, mi disse la cameriera, prendendomi il soprabito e il cappello. E spalancò la porta a vetri che dava passaggio nella sala ampia, soleggiata.... Un calore insopportabile mi afferrò sùbito alla gola; era acceso il caminetto, e così carico di legna scoppiettanti, come a pena era logico nel più immite gennaio... Innanzi al caminetto stava Laura Uglio, ravvolta nella pelliccia.

Foscolo Il testo, il testo! Sii pur certo che quanto piú ci allontaniamo dal nostro grande Umanesimo, tanto piú i testi si corrompono ed imbarbariscono. Rammenti che cosa intervenne a me, quando volli tradurre la Chioma di Berenice? «In tanta battaglia ed incertezza di lezione, mi rifuggii alla piú antica, ove non riuscisse inintelligibile e assurda; prendendomi per esemplare l'edizione principe, e quella dell'et

Marco sempre più si atterriva; ma si sforzava di mostrarsi calmo. Gabriella continuò. La moglie di mio fratello mi ripetè le offerte di lui, ma esse non facevano che spaventarmi: nel sorriso di lei continuo ed insinuante io leggevo la menzogna; ne' suoi begli occhi orribili minacce. Indi: Venite meco, mi disse, prendendomi per la mano; vi riposerete e vi ristorerete.

Da me a Lui le più semplici parole si vestivano di un fascino misterioso che subivamo insieme, che eravamo giunti a intenderci con uno sguardo, con un piccolo movimento del capo. Qualche volta si diceva nello stesso tempo la medesima cosa. Soffrite? domandò prendendomi il polso. Siete anche medico? domandai alla mia volta sorridendo e senza aspettare la sua risposta soggiunsi No, sto bene.

Di a poco, mentre si parlava d'altro, mio cugino soggiunse improvvisamente che la fanciulla era molto alta di statura, elegante e che somigliava un poco al ritratto della sua leggiadra bisavola. Oh! questo poi! Perchè doveva somigliare alla sua bisavola, proprio lei! La strana affermazione prendendomi alla sprovvista non mi permise di trattenere una esclamazione di protesta assai vivace.

Accesi un lume e discesi. Nello schiudere la porta un soffio di vento mi spense la candela così che non potei frenare un piccolo grido. Egli tirò il catenaccio perchè l'imposta non sbattesse e prendendomi la mano mi trasse sulla scala semibuia senza pronunciare una sola parola, guidandosi al raggio della lucerna che usciva dal salotto.