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Le ricche porte di fin oro ardente Sopra soglia di porfido fiammante Hanno di cedro e d'ebano lucente, Fregi contesti e d'indico elefante; Dentro, sudor d'innumerabil gente, Colonne stan, che fur montagne avante; Di vaghi marmi è variato il piano, Lunga vigilia di Dedalea mano.

Il 20, le nuove in Torino correvano incerte e lievemente sfavorevoli all'insurrezione. Le porte, dicevasi, erano tenute tuttavia dagli Austriaci, e il popolo andava perdendo terreno per difetto d'armi e di munizioni. Durava il fermento in Torino. Un assembramento di popolo chiedeva armi al ministero dell'interno ed era respinto.

«Ma che si parla di organismi superiori? Solo perchè una cellula primitiva si sdoppî, e lo sdoppiamento diventi legge di vita, occorrono miriadi di secoli. Andiamo più su, e dovremo ancora porre che un fermento chimico si muti in organico; e qui la supposizione batte alle porte ferrate dell'impossibile. E le rompesse ancora; l'astronomia, la fisica e la chimica celeste sarebbero sempre l

Sul vecchio catenaccio di questa porta scherzavasi con l’indovinello d’un poeta d’allora: Cu’ fu lu mastru quali fabbricau Lu catinazzu di Porta Filici?⁷⁵ ⁷⁵ Melchiore, Poesie siciliane, giocose, sacre e morali, p. 71. Palermo, 1775. La quistione delle Porte era grave, anche per l’ordine pubblico. Alcune di esse costituivano un pericolo permanente per la morale e la igiene.

15 E con lui se ne vien verso le porte di Damasco, e da lui sente tra via, che l

26 Non avea il campo d'Africa più forte, Saracin più audace di costui: e più temean le parigine porte, ed avean più cagion di temer lui, che Marsilio, Agramante e la gran corte ch'avea seguito in Francia questi dui: e più d'ogni altro che facesse mostra, era nimico de la fede nostra. 27 Vien Prusione, il re de l'Alvaracchie; poi quel de la Zumara, Dardinello.

Appena ebbe detto così, il panno si agitò con maggior violenza. Emilia, vergognandosi del suo timore, si riavvicina al letto, volendo assicurarsi se il vento solo le avesse impaurite: osserva attentamente, il velluto si agita ancora, si solleva e lascia vedere... una figura umana. Misero entrambe un grido spaventoso, e lasciando le porte aperte, fuggirono a precipizio.

Non rispondete nulla e tacete e camminate; così, sempre così, o viatori di una notte, che non voleste mai lo scampanio dei cuochi sacrestani; che non vi arrestate sulle porte alle chiese barocche delle sette indulgenze: che non avete mai nessun dono eterno per i cori reboanti di voci fratesche e nessuna visione per i silenti corritoi delle monache assopite!

CAPPIO. Aspette ne poche a io, che te porte le falanghine de Pezzulle, greco vesuviano e del trebiano. PEDANTE. Nomina desinentia in «ano» maximam dulcedinem significant et mihi summopere placent. Andiamo per i supellettili.

Le porte e le finestre della nostra casa. Il nostro corpo è la casa di cui noi siamo gl'inquilini: e le porte e le finestre non sono altro che i nostri cinque sensi, per mezzo dei quali comunichiamo col mondo esteriore: i nostri cinque sensi, lo sapete bene, sono la vista, l'udito, l'odorato, il gusto e il tatto.