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.... Piccola donna, forse meglio è morire in questa Primavera molle, pria che ti renda a te straniera quello che temi più della tua morte. Piccola donna, forse ti è dolce chiuder dietro a te le porte del silenzio e dell’ombra

Omai si scende per si` fatte scale: monta dinanzi, ch'i' voglio esser mezzo, si` che la coda non possa far male>>. Qual e` colui che si` presso ha 'l riprezzo de la quartana, c'ha gia` l'unghie smorte, e triema tutto pur guardando 'l rezzo, tal divenn'io a le parole porte; ma vergogna mi fe' le sue minacce, che innanzi a buon segnor fa servo forte.

76 Gli archi di sopra escono fuor del segno tanto, che fan coperchio alle gran porte; e ciascun due colonne ha per sostegno, altre di bronzo, altre di pietra forte. Lungo sar

50 Qual ne le alpine ville o ne' castelli suol cacciator che gran perigli ha scorsi, su le porte attaccar l'irsute pelli, l'orride zampe e i grossi capi d'orsi; tal dimostrava il fier gigante quelli che di maggior virtù gli erano occorsi. D'altri infiniti sparse appaion l'ossa; ed è di sangue uman piena ogni fossa.

Verranno contro di noi, i nostri successori; verranno di lontano, da ogni parte, danzando su la cadenza alata dei loro primi canti, protendendo dita adunche di predatori, e fiutando caninamente, alle porte delle accademie, il buon odore delle nostre menti in putrefazione, gi

Finalmente uno scalpito di cavalli, un rumore di carrozze che si arrestarono mi scossero dal letargo. Mi slanciai alla finestra, e vidi i grandi cancelli del palazzo Brisnago che si aprivano, e gli equipaggi che entravano. Risoluto all'atto solenne, mi appoggio al balcone ed aspetto. Pochi istanti dopo odo un rumore di porte, e vedo un'ombra lontana che si avanza... era lei!... Ancora col cappellino sul capo veniva sorridente alla finestra, a darmi il saluto del ritorno. Ebbe appena il tempo di vedermi, che io deponendo un bacio ardente sulle estremit

CAPPIO. Non si perda piú tempo: andiamo al Cerriglio e cerchiamo questo futuro nuovo Limoforo. LIMA. Giacomino mio, vi raccomando la mia figlia. GIACOMINO. Non bisogna raccomandare a me le cose mie l'anima al suo corpo. Cappio, batti la porta. TEDESCO. Chi stare quelle grande asine che battere le porte delle mie ostellerie con tanta furia? CAPPIO. Son io; apri.

Essi sono ferrai, maniscalchi, giocolieri, calderai, incantatori, stregoni, indovini di buona ventura, trovatori di tesori, ladri di fanciulli, scassinatori di porte... cozzoni sopra tutto.

I fiori coprono le vie e vanno, come in processione, salgono sulle chiese in rovina, si arrampicano ridendo sulle finestre cadenti, barricano tutte le porte, invadono le case, dentro le quali dimorano gli Elfi, le Fate, le Naiadi, le Ninfe e tutto il mondo incantato della favola.

Delle massicce porte corazzate di ferro, armate di gattaruole ove vigilava un aguzzino, erano praticate dai due lati della sala, l'una che si apriva al di fuori, l'altra nel bagno. Il luogo era vuoto, di guisa che Concettella si trovò sola. Ella attendeva con ansiet