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Nell’estate del 1598 su la famiglia Bentivoglio passava con tragica ombra una strana sciagura, che quarant’anni di poi porgeva argomento a uno sciatto romanzo di Girolamo Brusoni: la tragedia, se tale quella sventura, era stata velata di mistero, e il romanzo La Fuggitiva¹² lasciando indovinare facilmente il nome dei personaggi e dei luoghi, parve ralluminarla; però esso ebbe, senza merito artistico, una grande fortuna.

Escì di casa, comperò un mazzolino di mammole doppie, e dopo averlo circondato di una foglia di stagnuola vi chiuse una pietruzza e un bigliettino con queste sole parole: Enrico alla sua adorata Emma. Poi, dopo aver veduto che la finestra di lei era aperta, e che nessuno guardava da altre finestre, slanciò con quanta forza aveva il mazzolino nella camera di lei.

Una volta guarita, poi, con l'aiuto della riconoscenza, non gli pareva difficile di poterla commovere. E sempre guidato da quel suo epicureismo cinico, che era una parte caratteristica della sua natura, egli faceva dei piani molto pratici ed egoisti. Meno appariscente di Cristina, meno seducente, Maria gli appariva più dolce, più sottomessa, quindi preferibile.

Una volta il fare un libro pareva a tutti impresa eroica. Ci si pensava un anno almeno, prima di farlo; si impiegavano molti anni per scriverlo; e poi dopo lunghe incertezze e timori senza fine si osava lanciarlo sul mare tempestoso della pubblicit

Quella volta, poi, era felice di mandarne un'altra più importante, sperando che i suoi buoni congiunti avrebbero veduto volentieri quella unione, che rispondeva a tutte le esigenze della famiglia, come a tutti i voti del suo cuore. Ne sono veramente felice! disse Fiordispina, poi ch'ebbe letto anche lei. È un bravo giovane, il nostro cugino Ruggero.

Vorrei dir, ma non posso: perché quando I' ti vo contemplando, e fisso penso El mi mancha ogni senso: & resto persa. Rus. Se ben fusti summersa, e che fia poi Perché se tu mi vuoi e i' non ti voglia senti pena, e doglia, tu la merti Mi parto. Chy. eh non volerti, anchor partire. Ru. Anchor tu m'hai da dire.

Intanto se ne va via riflettè il signor Benedetto e questo è l'essenziale.... Il tempo.... la lontananza.... le distrazioni faranno guarir Lucilla.... Il meglio sarebbe maritarla addirittura ad un altro, ma prima di tutto ella non acconsentirebbe, e poi che fretta c'è di tirar fuori la dote? Un vetturale con una timonella a un cavallo attendeva Roberto alla stazione più vicina a Valduria.

Sidi-Misfiui, mi fu detto poi, ha tra i Mori la fama di gran dotto, fu maestro del Sultano regnante, ed è, come gli si legge nel viso, un mussulmano fanatico. Sidi-Bargas gode la riputazione più amabile di gran giocatore di scacchi.

Poi, par che tu non sappi quel che dice 'l diverbio che «de rebus que male diviserunt non gaudebis tertius heredes». CRISAULO. Va'; sta' pur discosto: meco non partirai. PILASTRINO. Oh che dolcezza a maneggiar queste patacche gialle! Ne giova piú che del fuoco l'inverno e del fresco l'estate e d'un buon greco quando son riscaldato nel parlare.

Ah! vieni, vieni subito, gli disse Cesare. Matilde ha preso male. Matilde! esclamò Alberto turbatissimo. . Ha delle convulsioni... del delirio... dice parole che non si capiscono... ti chiama... Alberto si mosse tosto con impeto: ma poi si fermò. E quell'altro? Ah! non l'ho visto. E se viene? Non credo che verr