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Rappresentavano nientemeno che un ragazzo che usciva dalla macchina tipografica colla faccia stampata, poi Gigi che faceva le boccacce a Pinella, e questi che dava un abbraccio alla macchina, ed altre simili stramberie.

Anche fra i ragazzi era un continuo bisticciarsi; andavano a scuola e giocavano assieme, parevano buoni amici, ma poi per una cosa da nulla attaccavano lite, ed erano busse d'inferno che fioccavano, tanto che spesso Pinella andava a casa o col naso rotto o con delle contusioni sulla faccia, e la Rosa si metteva a sbraitare che le ammazzavano il figliuolo, e che non era contenta se una volta o l'altra non faceva metter Gigi in prigione.

Quando Pinella ritornò all'officina e trovò occupato il suo posto, sentì come un colpo al cuore, e soffocato dall'ira, avrebbe voluto salire sulla macchina e strappare di l

Pinella non gridò, ma svelto come uno scoiattolo saltò sulla sua macchina e strinse il freno con tanta forza, che la fece fermare all'istante, poi si chinò e trasse fuori Gigi, col braccio sanguinante. Tutto questo fu fatto in un secondo, mentre gli operai spaventati dal grido non s'erano mossi. Bravo, gridarono. Evviva Pinella.

Rosa, mi pare che il vostro figlio sia piuttosto palliduccio, diceva Filomena alla mamma di Pinella, dovreste dargli l'olio di fegato di merluzzo. Gigi è più grasso, ma non vedete che ha sempre qualche cosa alla pelle? Ve lo dico io, non è un grasso sano, e preferisco il mio mingherlino, rispondeva Filomena.

Quando poi i ragazzi cominciarono a frequentare la scuola, c'erano sempre nuove questioni. Pinella studiava, era intelligente, e si faceva onore, e la Filomena moriva di rabbia e picchiava Gigi che invece d'andare a scuola si fermava per strada a giocare coi compagni. Di quel vostro figlio non ne farete mai nulla, diceva la Rosa, deve avere il cervello come quello d'un pulcino.

Egli non rispondeva; confuso, avvilito, si lagnava del suo braccio, quantunque il medico chiamato in fretta avesse dichiarato che la ferita non era pericolosa. Passato quel primo momento di confusione, tutti ammirarono la prontezza e la bravura di Pinella, e prima di uscir dallo stabilimento gli fecero una ovazione, e quasi lo portarono in trionfo.

Era la vigilia di Natale, e nella stamperia dove si trovavano Gigi e Pinella, ferveva il lavoro; tutte le macchine erano in moto; si dovea far molto e presto, perchè c'era una quantit

Egli era incaricato di far le commissioni, di portare le bozze di stampa, spazzare la stamperia e far tanti altri piccoli servizi. Si rassegnò a quegli umili uffici piuttosto che di tornare alla scuola, ma il suo sogno era di occupare il posto di Pinella, e dal momento che entrò in tipografia fece tutto il possibile per metterlo in cattiva vista dei compagni.

Gigi e Pinella, figli d'operai, abitavano fuori di Porta Ticinese nella stessa casa in due stanze vicine. Erano nati nello stesso anno ed era sorta una specie di rivalit