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Ama i cimiteri. Se la fede che hai nel cuore è fioca come il lumicino a notte acceso sulla tomba, deh! prendine cura, alimentala, soccorrila coll'amore. Che direbbe l'angiolo bianco custode nel piissimo luogo, se, passando innanzi la croce, nemmeno potesse leggerne il nome? Il lume che hai nel cuore sia vivido, così vivido sar

Egli vi si condusse nella speranza d prossima vendetta ragguagliato com'era dei Francesi accorrenti alla riscossa; non la dissentì il Duca di Alba perchè prudentissimo, e perchè anch'egli avesse rilevato di fiere battiture, massime allo assalto di Ostia, onde rimase conchiusa per 40 giorni: questa nuova giunse a Carlo mentre s'incamminava al romitorio di San Giusto, e gl'increbbe così, che con parole acerbe censurò la tregua come quella che concedeva tempo ai Francesi di soccorrere Roma; questo piissimo Imperatore mentre stava per entrare in convento moriva di voglia di mandare a sacco una seconda volta la sede della Chiesa cattolica; anzi ci si trovò presente a coteste sue querele arroge, com'egli borbottasse fra i denti altre parole irate, che non si poterono capire.

"Il piissimo duca è tanto infervorato dallo zelo cattolico che, dovunque ha sentore si annidino di queste fiere, accorre colle sue truppe e d

Quindi, al gran del Natale 799, assistendo Carlomagno coi due figli suoi Carlo il primogenito e Pipino re d'Italia alla messa, il papa, finita questa, rivolgevasi al re, gli metteva in capo una corona, e gridava, gridando il popolo tre volte con lui: «A Carlo piissimo augusto, coronato da Dio, grande e pacifico imperatore, vita e vittoria»; poi, secondo alcuni, ungeva Carlomagno, e Carlo il giovane designatogli successore.

Al Moscati acerbamente dolse la petulanza del Luciani: tuttavolta, sentendo mettere in dubbio la sua fede, imperciocchè in quei tempi credere nelle streghe fosse articolo di fede, come colui che piissimo uomo era si scosse, e domandò risoluto al Luciani: Signor Auditore, e per qual causa dubitate voi che io non creda alle fattucchierie? Io ci credo benissimo; ma qui non parmi che cada il caso.

Quando le si furono schierati dintorno, la Beatrice così favellò: Fratelli in Cristo! Dello ufficio caritatevole, che voi mi prestate, vi rendo col cuore quelle grazie che il mio labbro non può pronunziare, e prego Dio che vi retribuisca secondo i meriti vostri. Tanto più io mi sento poi penetrata di tenerezza per voi, in quanto che standovi incappucciati, epperò a me ignoti, volete significare con questo, che voi non sovvenite alla persona, bensì alla creatura che soffre. Ma io ho bisogno di maggiore aiuto da voi, che voi per ordinario non pratichiate dispensare; ed io ardisco supplicarne voi, che questo piissimo padre spirituale. La nuova mia inchiesta sia, io prego, argomento non d'indiscretezza per mia parte, bensì del bisogno. Mediante il notaro della Compagnia dello Sacre Stimate ho fatto il mio testamento. Ora dubitando che i tribunali vogliano mettere qualche ostacolo alla sua esecuzione, supplico voi affinchè v'interponiate con tutti i nervi presso Papa Clemente, e lo induciate a contentarsi che la mia dote venga impiegata nel modo che sta scritto l

L'assoluzione di Enrico IV fu negozio, che dopo averlo succhiellato da una parte e dall'altra visto che tornava ad ambedue si sarebbe tosto conchiuso, ma il Papa andava giravoltando un po' per tema di Spagna, un po' per cavarne più, che potesse: così tentato prima Filippo, che ormai, come avvertii, aborriva da nuove guerre, ed impartita al negozio indole religiosa per modo che il piissimo Re spagnuolo l'avesse a trangugiare lodandolo aperto, ed in segreto maledicendolo poteva avventurare il passo, ma allora appunto cominciarono le ambagi di Roma; tuttavia quando tirate troppo le corde fu temuto, che le si rompessero il Papa calò, molto più che nel mezzo tempo Enrico faceva a vittoria succedere vittoria; in Francia per la solita voglia di saltare dallo scacco bianco al nero, o piuttosto per paura accadde un solenne voltolone.

Non avendo alcuno istinto leale, diffidava di tutti, al punto che, essendo piissimo, ed avendo un confessore reale titolare, e' si confessava a tre o quattro altri frati o preti, presi a caso, un po' dovunque, ove egli andasse. E' divideva e sperperava così la confessione de' suoi peccati. Di modo che la sua partita con Dio era in regola, ma alcun uomo non lo conosceva tutto intero.