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Di sera, verso l'ora della campana, le muraglie delle celle diventano i nostri pianoforti. I nostri pugni sprigionano fughe commosse, preludii che vanno nel sangue come tessuti di tenerezza, arie, duetti, finali che si diffondono nella grandiosit

Fu in America: si fece commerciante in pianoforti, quindi agricoltore, impresario: fu proprietario di uno dei più grandi alberghi di New-York, ove tutti i servizi erano fatti da negri e da negre: fondò un giornale, l'Evening Standard. Morì, e lasciò al figlio circa tre milioni di franchi. E il figlio?

Vi presento il mio terzo, come nelle sciarade: il signor Aristide Moreni, uomo spregiudicato, possessore di calli e di latifondi, elettore, libertino, giurato, tormentatore di pianoforti, freddurista, libero pensatore. Un uomo insopportabile, dilettante di fotografia.

A due miglia circa dall'accampamento, raggiungemmo una parte della carovana che portava a Fez i regali di Vittorio Emmanuele. Erano cammelli uniti a coppie, l'uno dietro l'altro, con due lunghissime sbarre sospese alla groppa, sulle quali posavano le casse. Li accompagnavano alcuni arabi a piedi e qualche soldato a cavallo. Alla testa della carovana v'era un carro tirato da due buoi: il primo carro che vedevamo nel Marocco! stato fatto apposta a Laracce sul modello, credo, dei primi veicoli apparsi sulla superficie della terra: tozzo, pesante, deforme, colle ruote d'un sol pezzo, senza raggi; il più strano e più ridicolo arnese che si possa immaginare. Ma per gli abitanti dei duar, i più dei quali non avevan forse mai visto un carro, era una meraviglia. Da tutte le parti accorrevano a vederlo, se lo accennavano gli uni agli altri, lo seguivano, lo precedevano, ne parlavano con gesti concitati. Persino le nostre mule, non abituate alla vista di quell'oggetto, passandovi accanto, davan segni di sorpresa e o si piantavano in quattro o facevano una giravolta. Selam stesso lo guardava con una certa compiacenza, come dicendo tra : È stato fatto nel nostro paese! Ed era compatibile, poichè in tutto il Marocco non esiste forse un maggior numero di carri che di pianoforti; i quali, se è giusta l'asserzione d'un console francese, non passano la dozzina; e oltre a questo, pare che vi sia in quel paese un'antipatia nazionale contro ogni specie di veicoli. Le autorit

Speriamo di no. Se i pianoforti stanno per sommergere nella inanimit

Dai balconi pavesati, dalle finestre, dai terrazzi delle case, dai pergolati, dai giardini era un continuo chiamare, uno schiamazzio di voci femminili, di risa, di pianoforti e di mandolini, un rimescolarsi di cappellini infiorati, di parasoli dai colori vivaci, di canotti che si distaccavano dalle darsene come canestri galleggianti di fiori, di barche e barcaccie che menavano cori di ragazze, cantanti le arie del filatoio, di lancette e di sandolini che guizzavano come pesci, mentre dalle case i servitori, le fantesche, i cuochi, sui muriccioli e sulle scale andavano stendendo le file dei palloncini, che dovevano servire per la illuminazione della sera.