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S'interruppe. Dolcissime lagrime mi scorrevano silenziosamente per le gote e non pensavo di asciugarle. Perchè piangevo? Le parole di mia madre significavano l'estrema condanna del mio sogno di grandezza spirituale, ed io gli dicevo, con quelle lagrime, il mio addio? Erano esse segno di fiacchezza nervosa?

« Ma no, tu non morrai; tu non devi morire. Faremo tutte le cure possibili; chiameremo dei medici. E piangevo, e mi agitavo nella convulsione del mio dolore, tenendo stretto al cuore quel mio unico parente, quasi per contenderlo alla morte che lo minacciava. «La serva accorse alle mie grida, e mi disse con piglio severo: « Non faccia scene, signorina. Non vede che fa del male al suo babbo?

«Sono uno sciocco, disse allora, mi vergogno di me stesso; piangevo perchè ho paura di presentarmi agli esami; un superbiaccio pari mio meritava questa umiliazione; a te lo posso dire: il Veloce-Club, e le cavalcate, ed altro mi hanno fatto trascurar la scuola di meccanica e di costruzioni, gioco una brutta carta...

Sulle sue ginocchia, mi pare... Ma se stavo su quel grembo, ricordo che ci stavo piangendo, e se piangevo, vicino... schiacciante e formidabile, al solo mio agitarmi, una mano guantata di ferro, mi sembra mi sorreggesse, dondolandomi, e con aspra cantilena una bocca m'invocasse il sonno. Tuo padre non sapeva più che fosse carit

Somigliava il mio salotto a un cimitero sparso di croci; vi piangevo nel vano della finestra le illusioni fuggite sui fili azzurri e rosei delle mie sete da ricamo e accanto al cembalo le note appassionate della canzone che non avevo più avuto il coraggio di cantare.

Io piangevo, essa piangeva; eravamo avvinti in un bacio. A un tratto il Koo guardò l'orologio, mi afferrò la mano, mi strappò dalle braccia materne gridando: È tardi. Mi trascinò seco. Giunti al limitare dello squallido orto, scendemmo giù per la vallata finché giungemmo alle sponde del Fiume Giallo. Avevamo corso ben mezza lega quando salimmo in un sam-pan a sei remi.

«Non piangevo più, non pensavo più alla mia umiliazione. Un altro ordine d'idee mi preoccupava lo spirito. « Quel giovane cuore era egli rimasto freddo fin allora accanto a me? Quello sfoggio di melodia, un minuto dopo averla condannata, era un semplice atto di delicata condiscendenza? O era una dimostrazione di simpatia?

Lo stesso di quel ch'io sono, pien di meraviglia nell'udirti di Napoli parlare. Egli mi udiva ed è per questo ch'io piangevo. Il Re di Napoli son io oramai, che ho veduto con questi occhi d'onde non più cessò l'alta marea delle lacrime il padre naufragare. Ahimè che pena! , sulla mia fede! E insiem con lui tutta la Corte e il Duca di Milano col suo nobile figlio. a parte.

«Piangevo di vergogna, di rimorso, della disperante impossibilit

O piuttosto mi pareva di avere in me un umidore freddo che mi andava dalla radice dei capelli alle unghie dei piedi. Provavo la sensazione di un organismo che sta raffreddandosi. Sommerso nell'ombra e nel silenzio m'intenerivo. Mi sentivo le lagrime in gola e non piangevo. Che cosa pagherei a essere un fisiologo consumato! Potrei uscire con un diario completo sulle sensazioni della fame.