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34 E se disposto sei volermel torre, deh, prima almen che tu 'l rimeni in Francia, piacciati questa afflitta anima sciorre de la sua scorza ormai pntrida e rancia! Rispose la donzella: Lui vo' porre in libert
Mentre proferiva queste parole, una campanella della Abbazia incominciò a suonare con tocchi lenti e lugubri: il Frate levò gli occhi al cielo, e pregò ardentemente: «Piacciati perdonare, o Signore, all'anima del povero Frale Egidio.» Quindi vôlto a Rogiero: «Senti, figliuolo; questa campana ci avverte che un'anima sta per passare. Povero Frate Egidio! non sono anche otto mesi che ha vestito l'abito, e tanto si macerò con digiuni e con discipline, che il suo corpo non ha potuto reggere: certo, egli fu gran peccatore, ma la misericordia dell'Eterno è più grande del peccato, e certamente egli andr
E 'l savio duca: <<Omai veggio la rete che qui v'impiglia e come si scalappia, perche' ci trema e di che congaudete. Ora chi fosti, piacciati ch'io sappia, e perche' tanti secoli giaciuto qui se', ne le parole tue mi cappia>>. <<Nel tempo che 'l buon Tito, con l'aiuto del sommo rege, vendico` le fora ond'usci` 'l sangue per Giuda venduto,
Così ne disse; e però ch’el si gode tanto del ber quant’ è grande la sete, non saprei dir quant’ el mi fece prode. E ’l savio duca: «Omai veggio la rete che qui vi ’mpiglia e come si scalappia, perché ci trema e di che congaudete. Ora chi fosti, piacciati ch’io sappia, e perché tanti secoli giaciuto qui se’, ne le parole tue mi cappia».
Pero` a la dimanda che mi faci quinc'entro satisfatto sara` tosto, e al disio ancor che tu mi taci>>. E io: <<Buon duca, non tegno riposto a te mio cuor se non per dicer poco, e tu m'hai non pur mo a cio` disposto>>. <<O Tosco che per la citta` del foco vivo ten vai cosi` parlando onesto, piacciati di restare in questo loco.
O Tosco che per la citta del fuoco Vivo ten vai così parlando onesto Piacciati di restare in questo loco ¶ Tra l'altre resiarche qui con alcuno di quelle di Epicuro si ragiona, nominato messer Farinata degli Uberti di Firenze, dicendo sopra fatti futuri e passati di lei, cioè di Firenze, come nel libro chiaramente qui si contiene.
E 'l savio duca: <<Omai veggio la rete che qui v'impiglia e come si scalappia, perche' ci trema e di che congaudete. Ora chi fosti, piacciati ch'io sappia, e perche' tanti secoli giaciuto qui se', ne le parole tue mi cappia>>. <<Nel tempo che 'l buon Tito, con l'aiuto del sommo rege, vendico` le fora ond'usci` 'l sangue per Giuda venduto,
Beatrice, adorando, con voce alta così parlò: Poichè tu vieni a me con le braccia aperte, piacciati, Cristo Redentore, ricevermi col medesimo affetto col quale io vengo a te.
Così ne disse; e però ch’el si gode tanto del ber quant’ è grande la sete, non saprei dir quant’ el mi fece prode. E ’l savio duca: «Omai veggio la rete che qui vi ’mpiglia e come si scalappia, perché ci trema e di che congaudete. Ora chi fosti, piacciati ch’io sappia, e perché tanti secoli giaciuto qui se’, ne le parole tue mi cappia».
Ma perch'io veggo che tu se' adempitore de' sancti desidèri, e la tua Veritá non può mentire, e perché io desidero che ora un poco tu mi parlassi della virtú de l'obbedienzia e della excellenzia sua, sí come tu, Padre etterno, mi promectesti che mi narraresti, acciò che io d'essa virtú m'inamori, e mai non mi parta da l'obbedienzia tua; piacciati, per la tua infinita bontá, di dirmi della sua perfeczione, e dove io la posso trovare, e quale è la cagione che me la tolle, e chi me la dá, e il segno che io l'abbi o non l'abbi.
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