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Mi permetti di non credere? disse Fiordispina. Oh, perdonami, babbo! Non a te, sai? non a te, ma alle ciarle volgari che Pellegrino ha raccattate per via. Quanta gente onesta non è stata mal giudicata, ed anche condannata, per le ciarle del volgo? Non credo a queste; non credo; ripetè la fanciulla; non voglio credere. Sarebbe una cosa infame! Il conte Gino Malatesti non è capace di una slealt

Il dottore saltò dalla calessina e raccomandò al garzone di stalla, venutogli in contro, di metterla al riparo dell'acqua. Poi si avviò quasi correndo verso la stanzuccia, o meglio la cucina, a terreno, dove abitava la vedova del povero Sandro. L'uscio era socchiuso, secondo il solito. Lo spinse e entrò dicendo allegramente: Permetti a un vecchio amico di salutarti prima di partire?...

Kabango, Kabango, permetti che ti dia un consiglio. Mabima è sfinita dalla stanchezza. Non potr

Colpita, colpisce; ingannata, inganna; niente di più logico, Lei vede, cara signora, che rendo piena giustizia al suo sesso, ma siccome non mi riconosco la forza di legislatore, di apostolo... Alberto, dall'altro lato del tavolino, gridò a sua moglie: Se dai ascolto a quel chiacchierone, ne esci intontita. Permetti, Alberto, io difendevo la causa della donna.

Tu permetti... davvero? chiese Guido non credendo a stesso. ... Egli scorse rapidamente il foglio e parve rasserenarsi. Gli dai del voi? Non c'è nulla di singolare, con un amico di quindici anni. Oh, no certamente... E anch'egli ti d

Se me lo permetti, lasciamo questo discorso. Lo riprenderemo fra qualche mese. Emma aveva pronunziato queste parole con uno strazio così profondo dell'anima e insieme con tanta risoluta energia, che la mamma, che era di carattere molto debole e debolissima colla sua figliuola, tacque e mutò discorso.

Mi permetti di parlarti con franchezza: non mi terrai il broncio? domandò Ariberto. Ma te ne prego; so che tu mi vuoi bene; le tue osservazioni possono essere giuste o non giuste, ma sono certamente dettate dalla sollecitudine per me, per noi. Non conti, incalzò Ariberto, che io ho un'infinit

Stasera tornerò qua sopra: tu lo permetti, non è vero? Gli occhi di Lidia brillarono: ella stava non seduta, ma appoggiata al letto, colle gambe stese, il busto ritto, la testa in avanti verso di me. Io l'avvicinai sorridendo. Te ne avrei pregato, risposi. E aggiunsi in tono ilare: Dunque, grandi mutamenti su tutta la linea? Gite, conoscenze, feste, visite?...

La discussione prese forma di una grande aria da baritono con accompagnamento di coro. Permetti, lettore che io ne trascriva le parole, onde tu possa di tua fantasia applicarle la musica. Fra due repubbliche. Baritono.

Questo . Sarebbe un'eccessiva imprudenza andare agli esami senza aver letto almeno una volta quel che si è scritto. Vuoi una sigaretta, Flora? Cominciamo. Cominciamo pure. Leggi tu, mentre io tiro due boccate. Tu permetti, zietta? Purchè non si faccian discorsi inutili.