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Allora dimandatele che cosa è il fiore. Io comprendo che Luigi XIV, profondamente tenero di sua persona, non li amasse un'acca. Io comprendo che quella giovinetta, di cui parla Filippo Salmuth, preferisse loro l'odore dei vecchi libri; e quel giureconsulto, perfin quello dello stabio! Io comprendo che il famoso medico Paolo Zacchia detestasse la rosa; e che quella dama, di cui parla Samuele Lede', cadesse in sincope alla vista di una rosa rossa. La natura produce certi istinti indicatori, come dessa dota di un grifo il compagno di S. Antonio, per scovrire i tartufi. Respirate il salano, lo strammonio, il giusquiamo, il papavero, la noce, il sambuco... e voi vi addormite. Valmont di Bomare dice che chi sradica la betonia diventa ebbro. Il dottore Berton, pingendo dalla natura il puthos fetido (draconium foetidum) contrasse un'oftalmia. Areteo di Cappadocia parla di certi fiori che provocano l'accesso dell'epilessia. La Gazette de la Santé narra di certi operai che, essendosi addormentati in un granaio dove si erano sparse delle radici di giusquiamo per bandirne i topi, si svegliarono attinti da stupore e cefalgia. E Martino Grunewald assicura che due individui furono colpiti da alienazione mentale per aver respirato, in una farmacia a Dresda, il fumo dei granelli di questa pianta che vi si bruciavano. Barton afferma che il fiore della magnolia glauca occasiona la febbre ed accelera i parossismi della gotta. Le emanazioni della lobelia grandiflora cagionano, secondo Jacquin, dei soffocamenti. In Creta, l'odore dell'anagyris d

E anch'io nel cor sentivami un torrente Non bianco fulgente doloroso Ma in quel posto si subitamente Meno penoso. Ed una voce udii tra quel fragore Che mi disse: Tu pure hai la sorgente Come la mia. Dessa si chiama Amore Eternamente. Lascia che scorra dal tuo core aperto, In essa affogherai ogni tristezza; Ti scorderai perfin d'aver sofferto Nell'allegrezza.

Chi nol vide tremar dell'abborrita madre? di me tutto egli ardea; pur farmi sua sposa mai, finch'ella visse, ardiva? col sol rigor del taciturno aspetto Burro tremar nol fea? non l'atterrisce perfin talvolta ancor, garrulo, e vuoto d'ogni poter, col magistral suo grido, Seneca stesso? Ecco i rimorsi, ond'io capace il credo. Or, se vi aggiungi gli urli, le minacce di Roma...

Regnava intorno la gran quiete dei giorni di neve, in cui ogni tono si smorza, ogni eco si spegne, e perfin la voce umana sembra frenare i suoi scatti. Nella camera da letto, seduta a un tavolino, Diana scriveva, interrompendosi di quando in quando per dare un'occhiata a Bebè che dormiva tranquilla nella sua cuna, con le manine ingiunte sul petto e i giocattoli sparsi sulle coperte.

Una vecchia signora, assidua ai martedì, s'era proposta una tutela gratuita su di noi; voleva insegnarci a vivere, e s'interessava della servitù, dell'andamento della casa, dando consigli non cercati perfin sulla disposizione dei mobili.

Imperciocchè, per essersi contemplata per cinquant'anni in tutti gli specchi possibili, perfin gli specchi ustoridi del Politecnico! la non aveva accorciati di una linea i suoi lunghi denti, fatto impallidir di un zinzino il rosso ardente delle sue guance, offuscato di un'impercettibile nuance il tuono carota dei suoi capelli.

Questi ragguagli furono dati da me e da altri alla classe d'uomini, dei quali io parlava poc'anzi, e che dovrebbero esser guida nell'impresa patria alla inesperienza dei popolani. E allora, dacchè quella prima obbiezione spariva, sorsero, delusione amarissima a me che stimava ed amava quegli uomini come legione sacra nel nostro campo, dubbiezze d'ogni maniera, opposizioni che tradivano una codardia morale strana in chi aveva affrontato e affronterebbe anche oggi, non v'ha dubbio, la morte in una posizione o sopra una barricata, purch'altri avesse iniziato la guerra. Dicevano le condizioni politiche d'Europa avverse; numeravano i gabinetti ostili all'emancipazione d'Italia: registravano i reggimenti austriaci, prussiani, russi; e chiedevano dov'erano i nostri. Dei popoli dimenticavano perfin l'esistenza, delle questioni che pendono tremende fra i gabinetti non sapevano o non curavano; degli elementi di dissolvimento, esistenti innegabilmente in seno dell'esercito austriaco, non tenevan conto; della rapidit

Innanzi di muovere per Lisbona, l’almirante del mar Oceano ricevette la visita solenne di don Alvaro di Acuna, capitano della nave grossa che stava a guardia del porto di Rastello. Seguirono le visite d’una moltitudine di barche e di burchielli, con gente venuta perfin da Lisbona, dove la notizia del maraviglioso viaggio era corsa.

Ella rise perfin del Corsaire, quando vi lesse l'istoria del principe che dava la caccia a suo fratello. Povera donna! ella conservò perfino il giornale per divertirne suo marito, quando la sarebbe a Nizza; perocchè ella proponevasi di andarvi il più presto possibile. La grande parola, cui ella aveva a dire a suo marito: Io ti amo! la soffocava oggimai.

Era costui un personaggio autorevole in fatti di giudizî di pittura. Lo aveva lodato perfin il povero Rovani, che certo non abusava della lode.