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, beatissimo padre, io v'indirizzo queste parole, perch'io dubiti menomamente dei nostri destini, perchè io vi creda mezzo unico, indispensabile all'impresa. L'unit

E io, che posto son con loro in croce, Iacopo Rusticucci fui; e certo la fiera moglie piu` ch'altro mi nuoce>>. S'i' fossi stato dal foco coperto, gittato mi sarei tra lor di sotto, e credo che 'l dottor l'avria sofferto; ma perch'io mi sarei brusciato e cotto, vinse paura la mia buona voglia che di loro abbracciar mi facea ghiotto.

Ma dimmi la cagion che non ti guardi de lo scender qua giuso in questo centro de l'ampio loco ove tornar tu ardi". "Da che tu vuo' saver cotanto a dentro, dirotti brievemente", mi rispuose, "perch'io non temo di venir qua entro. Temer si dee di sole quelle cose c'hanno potenza di fare altrui male; de l'altre no, che' non son paurose.

Or so perché il ribaldo mi confortava a lasciarla: per goderla lui. Se io non fo tal vendetta che, fin che questa terra dura, sará essempio ai servidori che non sieno traditori a' padroni, non voglio esser tenuto uomo. Ma, in fine, se altra certezza non n'ho, io non tel vo' credere. So che tu sei un tristo e gli debbi voler male; e fai perch'io me lo levi dinanzi.

Amare dovete di quel puro amore che Io ho amati voi: questo non si può fare verso di me, perch'Io v'amai senza essere amato e senza veruno rispecto. Cosí adempirete il comandamento della legge: d'amare me sopra ogni cosa e il proximo come voi medesimi. Bene è dunque vero che a quella altezza non si può giognere senza questo secondo stato, cioè che viene el terzo stato e il secondo a l'unione.

, illustrissimo. E ciò dicendo discendeva l'erta e si faceva presso a Manfredo. Se voi vi rallegrate, continuò, perch'io sia scampato dai Francesi ed abbia ricuperata la mia libert

ma nondimen paura il suo dir dienne, perch'io traeva la parola tronca forse a peggior sentenzia che non tenne. <<In questo fondo de la trista conca discende mai alcun del primo grado, che sol per pena ha la speranza cionca?>>. Questa question fec'io; e quei <<Di rado incontra>>, mi rispuose, <<che di noi faccia il cammino alcun per qual io vado.

Tu dicesti: Esser cieco de' chi crede, de' sperar, abbia o non abbia ragione. Sperando, sono andato sempre a piede; servii, sperando, di guardaportone; ma, perch'io mangio assai, mi diêro il bando: partii cieco credendo e ognor sperando. Pelle ed ossa, una mummia era ridotto, sembrava la figura d'un sudario.

<<Se tu avessi>>, rispuos'io appresso, <<atteso a la cagion perch'io guardava, forse m'avresti ancor lo star dimesso>>. Parte sen giva, e io retro li andava, lo duca, gia` faccendo la risposta, e soggiugnendo: <<Dentro a quella cava dov'io tenea or li occhi si` a posta, credo ch'un spirto del mio sangue pianga la colpa che la` giu` cotanto costa>>.

ATTILIO. Avete voi torto maggiore aver una tal stima di me e io vi compatisco, perché sète fuor di voi stesso perch'io son lealissimo con gli amici. EROTICO. Ma vi prego per quella cara amicizia, che un tempo fu perfetta e incorrotta fra noi, che mi siate cortese di quello ch'è mio, per rigor di giustizia e per debito di amore...