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Ecco come era avvenuto il fatto: Rinaldo Lonato, retrocesso da Lecco, ove, veduti gli apparecchi di difesa, aveva considerato vano ogni tentativo d'espugnazione, era venuto a congiungersi sotto Monguzzo col capitano Tridelberg, che in un assalto dato al Castello, sebbene respinto dagli assediati, aveva fatto loro provare gravissima perdita: allorchè questi duci, congiunte le loro forze, stavano per ispingerle ad una più formidabile scalata, dovettero dimetterne ogni pensiero e partirsi frettolosamente colle loro truppe da Monguzzo, chiamati a Como da lettere pressanti dei Commissarii Ducali e del Governatore Pedraria, i quali appena venuti in chiaro, con indescrivibile cordoglio, della sconfitta della flotta e della morte dell'ammiraglio Gonzaga, paventando una sorpresa del Medici in Como stessa, che si trovava affatto sguernita d'armi e di difensori, si affrettarono a richiamarvi le sparse bande d'armati.

S'aveva allora Como per governatore il cavaliere spagnuolo Dom Lorenzo Mugnez Pedraria, successo in tal carica a Federico Bosso, e nominatovi dal duca Francesco Sforza per consiglio, o, diremo meglio, per espresso comando di Antonio De Leyva, che, come s'intese, era Generale supremo delle forze di Carlo V in Lombardia. Importava assaissimo a questi che la citt

Fra le segrete istruzioni che vennero date dal De Leyva a Dom Lorenzo Mugnez appena fu nominato Governatore, la principale era quella di sguarnire Como di difese, e guastarne e demolirne il più ch'ei potesse le fortificazioni, compiendo però tutto questo di maniera tale che apparisse fatto a solo interesse del governo del Duca, adducendone sempre motivi che valessero a togliere dall'animo dello Sforza ogni sospetto di causa opposta al proprio vantaggio. Infatti, dopo brevissimo tempo da che Mugnez Pedraria era Governatore, accadde che Gian Giacomo Medici, vinta e sconfitta la flotta Ducale, pervenne colle proprie navi sotto le mura di Como, mise a fiamme i sobborghi della citt

Dom Lorenzo Pedraria quand'ebbe udito con faccia scura e meravigliata tutta la narrazione del Gonzaga, scosse il capo lentamente, animando il volto d'un misterioso sorriso; e "Speriamo, rispose, signor Capitano, che questa sar

Dom Lorenzo Mugnez Pedraria appoggiò eloquentemente i detti del capitano Gonzaga, ed asserì con tutta imponenza, che ogni cura era lieve, ogni studio dovere, ogni sagrificio necessit

A tenore di tali comandi non vi fu veglia o fatica a cui perdonassero, il Governatore Pedraria, che il Gonzaga per dare compiuta esecuzione a tutto il prescritto. I lavoratori vennero triplicati intorno alle navi, che calefatate e munite d'ogni specie d'attrezzi, fecero ben tosto in porto sontuosa mostra: i cittadini e quei del contado furono posti in obbligo di pagare gravi contributi; i monasteri, i capitoli, le chiese stesse non andarono esenti da grossi balzelli in granaglie o danaro da pagarsi in misura de' proprii tenimenti. Le doglianze per tale enorme aumento di tributi divennero nella Comasca popolazione universali e risentite: gi

Il governo però che Dom Lorenzo Mugnez Pedraria esercitava sui Comaschi non era duro troppo gravoso, avuto riguardo alle circostanze dei tempi: voleva che nessuna resistenza s'opponesse a' suoi cenni, nessun ostacolo od indugio si frapponesse all'esecuzione degli ordini che venivano da lui emanati, esigendo che gli uomini di tutte le classi indistintamente li eseguissero, ma siccome ei non era per se stesso capriccioso, spogliatore, iniquo, manteneva in Como un regime equabile e scevro di que' tirannici e mostruosi eccessi di cui erano stati feraci i tempi del Bosso e del Martinengo.