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Veramente, a tutta prima, il nostro serafino mostrò di essere poco contento di quel solaio. Il palco era a doppio tavolato e le voci dei frati giungevano troppo confuse all'orecchio. Ma dopo essersi aggirato da una parte e dall'altra, come permettevano quei mucchi di anticaglie, che ingombravano la stanza, gli venne veduto un buco, largo quanto bastava perchè potesse passarci anche il pugno d'un serafino. Quel buco, saviamente scavato in prossimit

Il popolo! il popolo! E quando noi ci stringemmo alla sua bandiera, e dicemmo, fin dalle prime linee del nostro giornale: LE RIVOLUZIONI HANNO DA FARSI DAL POPOLO E PEL POPOLO, non era affettazione di calcolo politico, o detto gittato a caso: era la nostra PAROLA, tutta la nostra dottrina ridotta a formola, tutta la nostra scienza, tutta la nostra religione stretta in un solo principio: era l'affetto delle nostre anime, il segreto dei nostri pensieri e della nostra costanza, l'intento delle nostre veglie, il sogno delle nostre notti; perché noi siamo popolo, e la natura ci temprava a sentire tutte le gioje e i dolori del popolo. E quando noi guardiamo il popolo, com'è in oggi, passarci davanti nella divisa della miseria e dell'ilotismo politico, lacero, affamato, stentando a raccogliere dal sudore della sua fronte un pane che la opulenza gli getta innanzi insultandolo; o ravvolgersi immemore nei tumulti e nell'ebbrezza d'una gioja stupida, rissosa, feroce, e pensiamo: l

Aveva il pianto alla gola e le tremava la voce, povera donna. In quella venivano in su due contadini, un giovane ed un vecchio, curvi sotto il carico enorme di cinquanta chilogrammi di fieno, che portavano sul capo. Sotto quella frangia di erbe penzolanti che li soffocava, il loro volto era violaceo, le vene erano turgide, gli occhi iniettati per lo sforzo. Le goccie di sudore, dalla fronte scendevano sulle ciglia, e prima di cadere pendevano tremolando come lagrime. Nel passarci accanto il più vecchio guardò la Teresa, e fece l'atto di crollare il capo, che però il peso esorbitante gli constringeva all'immobilit

Per quanto c’incresca, noi non possiamo passarci da una breve rassegna nel campo apertoci anche stavolta dalle scritture inedite del settecento: breve rassegna delle molte cose onde è malauguratamente piena la cronaca paesana. Il lettore si armi di santa pazienza, e guardi con un po’ di stoicismo le figure che gli sfileranno innanzi. Cominciamo con una donna.

A passarci su ci passai pochi mesi dopo ritornando in Olanda non si vede altro che acqua e cielo, da tanto che è largo il fiume; e si prova un sentimento quasi di paura, come se si fosse sul mare, e il ponte dovendo finire tutt'a un tratto, il treno avesse da un momento all'altro a dare un tuffo nell'acqua.

Muovere incontro ai dolorosi ricordi, col proposito di lasciarsi soverchiare da essi, è atto di poca prudenza, certamente; passarci accanto, irritandoli un poco, quasi mostrando di non temerli, è buona arte di guerra, specie di ricognizione offensiva in cui si provano le nostre forze, e si addestrano a più grosse giornate.

Andammo oltre; le strade parevan letti di torrenti, sentieri scavati nelle roccie, tutte rialzi, fossi, scoscendimenti, macigni; alcune ripide da non poterci salire un mulo, altre strette da passarci un uomo a stento; quali ingombre di donne e di fanciulli seduti in terra; quali erbose e deserte e tutte d'un aspetto squallido, selvaggio, strano, del quale non potrebbe fornire neanco un'immagine il più meschino dei nostri villaggi, perchè quella è una miseria che serba l'impronta d'un'altra razza e i colori d'un altro continente. Girammo per un labirinto di strade, passando di tempo in tempo sotto un grande arco arabo o per un'alta piazzuola dalla quale si abbracciava con uno sguardo la valle immensa, i monti coperti di neve e una parte della citt

Non posso dire quanta dolcezza supplichevole c’era in quelle parole: Vuole, signore? Sicuro che volevo, anche a costo di passarci due giornate volevo; al piccolo Cervino ci sarei salito un’altra volta, perchè sulle vette era inutile cercare. Sul ghiacciaio, che, valicato appena il Teodulo, sale verso il Breithorn, trovammo delle peste.

6 Qual Ettorre ed Enea sin dentro ai flutti, per abbruciar le navi greche, andaro; un Ercol vidi e un Alessandro, indutti da troppo ardir, partirsi a paro a paro, e spronando i destrier, passarci tutti, e i nemici turbar fin nel riparo, e gir inanzi, ch'al secondo molto aspro fu il ritornare, e al primo tolto. 7 Salvossi il Ferruffin, restò il Cantelmo.

Non si passa per i Gesuiti? domanda un gregario, non so bene se coraggioso o malizioso. Ohibò risponde il signor Oreste. Perchè si dovrebbe passarci? Così, per veder quello che fanno quei patatuchi del reggimento Kinsky che son consegnati in caserma. Bel gusto.... Se venissero fuori?... Si spara il nostro colpo di fucile e si d