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L'indomani sera mastro Pasquale Carrarella trovava la porta aperta, e accompagnato dal cugino Santo, entrava in casa del bottaio come promesso della bella Carmela.

Pasquale non aveva più bisogno di lei, perchè aveva veduto colla coda dell'occhio la giovinetta accostarsi al murello, prendere il foglietto e tornarsene con lenti passi al luogo ove era prima seduta.

Il cocchiere, il quale probabilmente adottò la medesima precauzione del sindaco, avvedutosi soltanto della risata del sergente, ne lo redarguì con la seguente intemerata: Il signorino ha torto di ridere al padre Pasquale: egli è un sant'uomo; ha patito dieci anni in catene al bagno di Nisida, per la causa del popolo.

Finalmente, gridò, ecco un uomo a cui cedere il comando di questa difficile impresa! Signor duca, io vi consegno il mio bastone di maresciallo. Così era finito quel dialogo, che pareva da principio promettere assai poco di buono. Il Giuliani se ne tornò a Genova, dove il colpo di mastro Pasquale ebbe, il giorno dopo, quell'esito che i lettori gi

Da parecchi giorni alla fila, mastro Pasquale andava al monastero di San Silvestro. C'erano col

Il mio illustre amico Pasquale Villari, or son gi

Vediamo, figliuolo, ragioniamo. I tre numeri... ciò si puote ancora. Pregherò S. Pasquale d'ispirarmi, e forse, se tu sei bene in istato di grazia, il buon santo non ci rifiuter

In seguito alla lotta d'investitura, questo stesso papa Pasquale fu fatto prigioniero da Arrigo V e, cedendo alla forza, promulgò un editto con cui veniva riconosciuto all'imperatore il diritto d'investitura.

Uno di quei giorni, veduto che sua sorella usciva prima dell'ora, tutta vestita di nero e col velo di pizzo ugualmente nero in testa, scambio del solito cappellino, le domandò brevemente: Precetto pasquale? , rispose Albertina, da una settimana è incominciato il tempo utile.

Celestina era un angelo, secondo lui, e sopratutto aveva la passione della casa e faceva ogni sforzo per parere un'eccellente massaia: per ciò, Pasquale, gongolava spesso, nel vederla tanto assidua alle faccende domestiche, ma in compenso aveva dei pranzi abominevoli, per la ragione che Celeste, quand'era ragazza, non aveva mai messo piede in cucina e non sapeva cuocere neppure un paio di ova al tegame.