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Nel settembre del 1845 per moti di Rimini una mano di armati raccolta a Bagnacavallo e a Faenza, scorrendo senza vera direzione le campagne, tentò una sollevazione. La guidavano Pietro Beltrami e Raffaele Pasi, gentiluomini entrambi, ignari ed ignoranti, che la chiarezza della nascita e la distinzione delle maniere aveva naturalmente designati capi.

Il piccolo esercito repubblicano, concentrato ai tempi dell'assedio in Roma contava: il primo reggimento di linea, colonnello de Pasqualis: il secondo, colonnello Caucci-Molara; il terzo, colonnello Marchetti, romani tutti ufficiali e soldati; due reggimenti leggieri, il primo comandato da Masi, lo stesso che il signor de Corcelles, nel suo dispaccio del 12 giugno, tenta far credere forestiero; il secondo condotto da Pasi; ed ambi romani. la legione romana i bersaglieri comandati da Mellara, morto per molte ferite, romani i pochi reduci romani il battaglione Bignami, romano il reggimento dell'Unione, romano i carabinieri, romani i dragoni, romani il Genio, romano l'artiglieria, romana.

Si distinsero il Pasi, il Ceccarini, il Calandrelli, il Casanova, il Marchese Ruspoli, l'Albani, i capitani Ornani, Gigli, Andreucci, ed i tenenti Schellini e Andreani.

Ritolta dai bersaglieri di Pietramellara ai francesi, fu nuovamente perduta, ripresa dal reggimento Pasi fu difesa coraggiosamente per più ore ma riperduta; con combattimento accanitissimo sostenuto dalle truppe del generale Bartolomeo Galletti fu anche da queste perduta.