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La carrozza era stemmata, tirata da quattro cavalli grigi pomellati, condotta da un cocchiere che pesava due tonnellate, a parrucca incipriata, forte in colore, raso il mattino, vestito di una livrea amaranto a lacci neri. Tre lacchè, similmente vestiti, recando ciascuno nelle sue mani un lungo bastone a pomo di oro, tenevansi in sul pedile di dietro.

Prima di entrare in Gerusalemme, il sedicente Bartolomeo Majocchi entrò nella bottega di un parrucchiere, si fece radere la barba, si pose in capo una parrucca rossa, inforcò al naso un paio di occhiali verdi, si applicò due cerotti, l'uno alla pozzetta del mento, l'altro nel mezzo della guancia sinistra, e così trasformato salì di nuovo in carrozza per proseguire il viaggio.

Hacci un simulacro del Principe Eugenio, che un po' mi parve dall'uggia di sentirsi da tanto tempo murato su cotesto piedistallo lo abbia preso la mattana, e venuto in furore con la parrucca arruffata, le vesti scinte, il collo ignudo voglia pigliare una rincorsa per andarsene, Dio sa dove, a finire; ovvero, povero uomo! (anche agli eroi siffatte cose incolgono) soprapreso nella notte dalla colica sembra, ch'ei siasi lanciato giù dal letto per arrivare laggiù col

E ciò dicendo, di un colpo di mano strappava la parrucca ed i baffi del Polacco, e di un gesto imperioso ordinavagli: «Zio Timoteo, va a prendere il mio pastrano e vestimi. Su presto, mariuolo. Mio Dio, mio Dio! disse Regina. Ma chi era dunque codesto domestico? L'intendente di una certa dama Thibault, cui voi conoscete, signora. Possibile! , signora, ed Alberto nol conosce che troppo.

Otto lacchè, trentacinque staffieri, possessioni, castella e quasi regni; e posso, per la grazia del Signore, pisciare in letto e dir che fu sudore. Non son brutto poi della persona, quando un ricco vestito in dosso metto, e quando ho una parrucca in testa buona e un manichin di merlo che sia netto. lo so che, quando alcuno mi ragiona, sta sempre in riverenze e gran rispetto.

Ma donde cascate voi, M. Claret, che non avete udito parlare, o visto, la più bella figliuola di Parigi? quattro cavalli a un landau giallo e nero, come quello dell'ambasciatore d'Austria; due lacchè a parrucca incipriata e bastone in mano; e cocchiere inglese, di dugento cinquanta chilogrammi in predella; piccolo hôtel nella rue des Vignes; palco all'Opera; pranzi di gala due volte la settimana; e... feste di notte a tutto bordone.

La signora Caterina si soffiava il naso, e diceva, facendo l'indifferente: «C'è una nebbia quest'oggi che la si taglierebbe col coltello». Mio padrigno aveva la parrucca di sghembo coll'incavo d'un orecchio in mezzo alla fronte; segno di gran turbamento di spirito. Uscì subito colle zitellone.

Un applauso immenso e spontaneo scoppiò nella stanza, e si chiese e si ottenne il bis una prima e una seconda volta. Fu davvero un grande successo. Margherita non poteva esser più bella, la sua parrucca bionda dava maggior risalto allo splendore delle sue pupille nere, le linee scultorie della sua persona si disegnavano mirabilmente sotto il semplice e succinto vestito azzurro ch'ella indossava.

Non trovo altro, rispose Dorotea, che un visibilio di capelli sufficienti per farne una parrucca a tutt'e due, e ne avanzerebbe. Basterebbero a tutt'e tre, osservò l'altra. Scendete giù... guardate il collo, il seno, le spalle... Nulla... Come nulla? Egli è impossibile. Ella è così. Sarebbe più facile che passasse inosservato un bufalo sopra la neve, che un pelo vano sopra queste carni di latte.

parrucca di capelli neri, lunghi, a istrice; finanziera stretta alla vita e lunghissima, con calzoni alla francese, il tutto di stoffa color acciaio, disegnata a scaglie; colletto altissimo, dritto; cravatta a punte, all'insù; cappello a staio, sempre in una mano insieme con un ampio fazzoletto di seta gialla, nell'altra mano un ombrello verde, scarpe a punta con tacchi altissimi.