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Nascose il volto tra i guanciali, piangendo liberamente; Emilia le passò le braccia attorno al busto, mettendo il capo presso il capo di lei. Così piansero a lungo, rischiarate dalla luce giallastra della candela elle si consumava: e l'alba trovò le due donne discinte, che parlavan della morte, a testa china sul medesimo, guanciale.

Ancora: noi non parlavamo che del nostro amore, in principio, e non ci curavamo se all'intorno si vivesse; il bel tempo e il cattivo erano egualmente benvenuti e con egual piacere si rimaneva in casa o si usciva a passeggio. Da parecchio, avevo cominciato io, i nostri discorsi parlavan degli altri; si faceva la caricatura ai compagni d'albergo, ci si chiedeva che potessero pensar di noi i genitori di Lidia e i miei amici. Peggio; si facevan disegni per altri luoghi, si evocavano i ricordi della citt

Bruno scosse il capo con espressione di dubbio. Il ragazzo di vent'anni aveva dato a pensare a qualcuna fra le amiche di Nicla; le più maligne supponevano senz'altro ch'egli fosse l'amante della giovane, e parlavan di quel povero Gigi Barbano con un lieve senso ironico; le più accese guardavano Bruno e si sforzavano a farsi corteggiare.

Questo passammo come terra dura; per sette porte intrai con questi savi: giugnemmo in prato di fresca verdura. Genti v'eran con occhi tardi e gravi, di grande autorita` ne' lor sembianti: parlavan rado, con voci soavi. Traemmoci cosi` da l'un de' canti, in loco aperto, luminoso e alto, si` che veder si potien tutti quanti.

Questo passammo come terra dura; per sette porte intrai con questi savi: giugnemmo in prato di fresca verdura. Genti v'eran con occhi tardi e gravi, di grande autorita` ne' lor sembianti: parlavan rado, con voci soavi. Traemmoci cosi` da l'un de' canti, in loco aperto, luminoso e alto, si` che veder si potien tutti quanti.

Mentre che li occhi per la fronda verde ficcava io si` come far suole chi dietro a li uccellin sua vita perde, lo piu` che padre mi dicea: <<Figliuole, vienne oramai, che' 'l tempo che n'e` imposto piu` utilmente compartir si vuole>>. Io volsi 'l viso, e 'l passo non men tosto, appresso i savi, che parlavan sie, che l'andar mi facean di nullo costo.

Una sera in cui parlavan di matrimonio, Cesare aveva chiesto a Roberta quale sarebbe stato per lei il marito ch'ella avrebbe idealmente scelto; e come la fanciulla non sapeva sbrigarsene sùbito, il Lascaris seguitò, con una fievole punta d'ironia: Vediamo, per esempio: io so che sarei un marito eccellente. Se io, dunque, la domandassi in isposa, Lei accetterebbe?

La presunzione e l'albagìa degli avvocati la stomacava: sapevan tutto, parlavan di tutto, discutevan di tutto, sofisticavan su tutto, securamente, imperturbatamente, arrogantemente.

Essi parlavan di sera, nel tinello; una sera a met

Mentre che li occhi per la fronda verde ficcava ïo come far suole chi dietro a li uccellin sua vita perde, lo più che padre mi dicea: «Figliuole, vienne oramai, ché ’l tempo che n’è imposto più utilmente compartir si vuole». Io volsi ’l viso, e ’l passo non men tosto, appresso i savi, che parlavan sìe, che l’andar mi facean di nullo costo.