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Poi ch'oggi senza Panta il Ciel mi serba, Dic'ella, in vita lagrimosa e dura, Scorgimi tu dove ferita acerba Sparse i begli occhi suoi di nebbia oscura; Il nobil corpo, che si sta su l'erba, Chiama da la mia fe' sua sepoltura; da quest'alma afflitta ella s'oblia. Ratto ascoltando Dardagan s'invia.

Caso dirò, che di tacersi è degno; Ma perc'ho di morir fermato in mente, Per mio conforto a favellarne vegno; Dunque presta al mio dir l'orecchie attente: Ebbi per patria di Panfilia il regno, E nacqui in Perga di ben nobil gente, Donna di gran tesor, Panta è mio nome, Or moro in Rodi, e narrerotti come.

«Nel XVIII si raccontano gli amori di Panta e di Alfange; e di Dardagano e di BereniceQuesto è l'argomento postovi dal Poeta. Le censure del Cavaliere d'Urfè sovra questo canto sono due.

Dunque sarò sfortunato amante, E fia la fede mia mal gradita, Ch'oggi per mio conforto, e per tuo scampo Tu mi rifiuti fra tante arme in campo? La Donna udendo, di stupor non poco L'anima adempie, indi formò tal note: Panta quando lasciasti? ed in che loco? Spavento de' suoi rischi il cor mi scote.

Racconta a Dardagan Panta ferita, Che per Alfange vendicar ne muore. Egli della donzella a se gradita Sente novella; dove il guida amore Corre a cercarla, e quella trova in vita. A lui promette Berenice il core, Se dona morte al sommo Duce Ispano; Ed egli tosto il fa cadere al piano.

Panta mi rivelò l'atto d'amore Per cui venisti ignota in queste arene; Io mi son Dardagan; pensa l'ardore Che forte m'avvampa entro le vene; E di chi muor per te prendi mercede, E confidati omai ne la mia fede. Ahi lasso me, fra tante spade e tante, Perchè nel cor non mi passò ferita? O d'AMEDEO non traboccando avante Sotto la fiera man perdei la vita?

E se Panta apparì tanto amorosa Ch'a la patria lasciar dispose il core, E corse per lo mar via perigliosa, E de la morte soverchiò l'orrore, E se tu fosti a lei seguir bramosa L

E quegli ardendo in amoroso foco Le trapassate cose a lei fa note, Come Panta incontrò, ciò ch'ella disse, E come de la piaga alfin morisse. A questo annunzio da cordoglio oppressa Disciolse Berenice alti sospiri, E tratta dal dolor fuor di se stessa Stavasi taciturna infra martiri.