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Non potevo credere, tanto la cosa è triste e strana! Ti vergogni d'amare, e ti avveleni ogni istante di gioia! Dovrò nascondere la passione ch'è il mio orgoglio, per lasciar dormire i tuoi scrupoli? Cesare! implorò la giovane, fermandolo e prendendogli una mano. Esitava; guardava ora lui, ora la villa assopita coi due palmizii i quali ne vigilavano il sonno. Vieni! disse rapidamente.

Dall'ombra dei palmizii uscì incontro ai due giovani la figura curva e malaticcia di Roberta; si avanzava adagio, svogliata, trascinando seco una folla di disgusti, e fra le mani teneva un gran libro di racconti fantastici. La fosforescenza, ch'è nel sorriso e intorno al corpo degli innamorati, si spense tosto intorno a Cesare e ad Emilia.

Aveva sognato. Qualche particolare dei sogni che inconsciamente era andato accarezzando in quei giorni, gli tornava alla memoria. Per esempio, aveva sognato una piccola villa con molti palmizii, addossata a una falange d'ulivi rampicanti sui colli; e tutto in giro, la campagna esalava quella serenit

Temeva d'incontrarsi coi figli del massaio, che lavoravan di notte al torchio in una piccola casa rustica, dietro la villa. La villa, dal chiosco ove il Lascaris era giunto, aveva contorni indefiniti, nell'ombra, e, davanti, i due palmizii immobili sembravano proteggerne il riposo.

Il giardino grigiastro susurrava con un brivido ignoto alla vita diurna, e qualche cosa placidamente singolare era fra le lucide frasche delle magnolie, fra le chiome dei palmizii, fra i cespi dei fiori.... Cesare entrò. Il passo cauto sulla ghiaia aveva risvegliato l'attenzione del cane di guardia, che accorreva latrando.

Ella guardava dalla finestra in giardino, cercando distinguere attraverso la tenebra. I confusi moti dei due palmizii rispondevano all'urlìo più accanito del vento, al rombo più profondo del mare; v'era dunque la logica dei fenomeni e nessuna vittima umana rantolava presso la villa, come pareva.

Emilia scendeva nel giardino ad aspirare il profumo selvatico delle notti serene. Coglieva a volo nelle mani bianche e sottili qualche lucciola sperduta e la posava tra i capelli, ridendo in su, verso Roberta che guardava dalla finestra. I cani abbaiavano invisibili, sui colli neri; i palmizii non si muovevano per alito d'aria; il silenzio massimo non era calato per anco sulla terra, ma gi

Questa ed altre ideali concezioni d'avvenire, erano state bruscamente travolte, poichè non nella villa con molti palmizii, ma la voce d'Emilia sarebbe diventata intima e flessuosa in un'alcova ignota, per un uomo ignoto.... Senta! Senta! gridava la fanciulla, rivolgendosi a Cesare e additando le ondate furibonde che si gettavano contro la spiaggia. Sembrano colpi di cannone!